Ma le polizze convengono più dei fondi pensione?

Costi superiori, a fronte della consulenza del collocatore e della ricchezza di garanzie accessorie. È questa la fotografia dei 65 piani individuali pensionistici attivi oggi in Italia, comparata con negoziali e aperti. Ma questi maggiori costi sostenuti dal cliente sono ben spesi?

Secondo Iama Consulting, quasi il 60% dei Pip italiani offre garanzie assicurative come la long term care (Ltc), per i casi di sopravvenuta non autosufficienza, oppure la copertura temporanea in caso di morte (Tcm), e ulteriori servizi in caso di decesso, infortuni sul lavoro, invalidità totale e permanente, o malattie gravi. Tutti i Pip offrono ovviamente una rendita vitalizia, quasi tutti (63 su 65) una rendita vitalizia reversibile e la maggior parte (56 su 65) una rendita "certa" cioè fissata in un orizzonte temporale tra 5 e 15 anni o sino al raggiungimento degli 85 anni del sottoscrivente.

Ma solo 4 Pip, di cui 2 di Cattolica Previdenza e 2 di Genertel, offrono una rendita controassicurata, che garantisce cioè la restituzione del montante ai beneficiari in caso di decesso del titolare della posizione; mentre il piano Taxbenefit New di Banca Mediolanum Vita ha un meccanismo Rend&Cap che prevede una rendita immediata costante per i primi 5 o 10 anni e poi una rendita vitalizia.

Il confronto con le altre categorie di forme previdenziali mostra che tra i negoziali solo il 10% offre prestazioni accessorie come la Tcm o Ltc, mentre l’82% include garanzie di rendita certa a 5 o 10 anni e rendita controassicurata. Tra i fondi aperti, solo il 27% presenta coperture rischi aggiuntive e appena il 5% prestazioni accessorie alla rendita. «Il confronto non è semplice – dice Matteo Feroldi, esperto di professional market intelligence di Iama Consulting –, si tratta di prodotti molto diversi tra loro: i piani individuali hanno una natura assicurativa e nascono da una contrattazione individuale, il che determina anche un loro maggior costo. Le condizioni dei fondi aperti e negoziali derivano invece da contrattazioni collettive che aiutano a contenere le spese per gli aderenti».

Sulle commissioni dei Pip incidono i costi della rete commerciale. Ma le strutture attive solamente sul web sono in grado di offrire prezzi paragonabili a quelli dei fondi aperti. Secondo Feroldi, alcuni piani individuali hanno costi relativamente contenuti, ma non presentano garanzie accessorie. Viceversa, le garanzie accessorie per i fondi aperti sono sempre facoltative e la loro aggiunta nel contratto di adesione può far alzare le spese. «La scelta spetta quindi al singolo risparmiatore: i Pip offrono un numero maggiore di garanzie accessorie, ma a un servizio migliore corrisponde anche un prezzo più alto».

DI Andrea Curiat

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