«È necessaria una riforma complessiva della distribuzione dei flussi previdenziali. La previdenza complementare ha bisogno di risorse aggiuntive per colmare la diminuzione del tasso di sostituzione delle pensioni pubbliche. Il problema, oggi, è che i lavoratori guardano ai fondi pensione come a salvadanai cui attingere in periodi di crisi: lo dimostra il gran numero di richieste di anticipazioni sulla posizione individuale maturata». È la proposta di Giuseppe Chianese, presidente di Fondo Pegaso, che commenta così i limiti del sistema attuale: «Dal dicembre 2008 al novembre 2009, Fondo Pegaso ha ricevuto 493 richieste in tutto, di cui 40 per spese sanitarie e 100 per acquisto prima casa. Chiedere le anticipazioni è sin troppo facile, anche perché i lavoratori conservano il diritto di attingere a parte del Tfr come salario differito».
Come ovviare al problema?
Oggi la previdenza pubblica è finanziata con una contribuzione del 33%, di cui il 24% a carico del datore di lavoro e il 9% del lavoratore. Ai fondi pensione privati, invece, è destinata un'aliquota del 9%: l'1% dall'azienda, un altro 1% dal contribuente e il 7% dal Tfr. Un'eventuale riforma potrebbe prevedere una contribuzione del 24% per il sistema pubblico, mantenendo soltanto il contributo da parte dei datori di lavoro. L'aliquota del 9% attualmente a carico del lavoratore per la pensione statale sarebbe invece destinata al secondo pilastro, che raggiungerebbe così l'11% senza bisogno del Tfr. La vecchia "liquidazione" potrebbe allora restare in azienda o essere conferita all'Inps.
Quali vantaggi avrebbe un sistema del genere?
Il lavoratore si troverebbe ad avere due vettori previdenziali con logiche diverse ma la stessa finalità. La pensione pubblica si rivaluterebbe sulla base del Pil, restando quindi ancorata all'economia reale; la posizione presso i fondi privati seguirebbe una gestione legata ai mercati finanziari; e la quota Tfr costituirebbe una difesa dall'inflazione. Il meccanismo semplifica le gestioni, riduce i costi e chiarisce una volta per tutte il ruolo dei fondi pensione come enti previdenziali.
Sono auspicabili anche altri interventi?
Sì: si potrebbe permettere al lavoratore di destinare l'otto per mille delle imposte alla previdenza integrativa. I fondi pensione, poi, dovrebbero essere più presenti nelle assemblee delle aziende quotate, per far valere il proprio ruolo di investitori e tutelare dinanzi al management aziendale gli interessi dei contribuenti.
di Andrea Curiat
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