Chi si è spaventato leggendo in questi giorni il resoconto inviato dal proprio fondo pensione relativo al 2008, potrà contare su maggiori garanzie di rendimento per il prossimo futuro. L’Isvap, l’Authority di vigilanza sulle compagnie assicurative, ha deciso (Provvedimento n.2696 del 27/4/2009, Scarica Isvp2696, che modifica e integra il Regolamento n.21 del 28/3/2008, Scarica Regolamento_n_21_del_28_marzo_2008_MODIFICATO) di consentire alle aziende vigilate di offrire ai fondi pensioni da cui ricevono un mandato di gestione, di replicare il rendimento del Tfr, stabilito dal Codice Civile in 75% dell’inflazione più l’1,5%; innalzando così i livelli di remunerazione del risparmio accantonato precedentemente offerti. Il tasso di rivalutazione del Tfr è diventato un miraggio difficile da acciuffare, nel pieno della tempesta finanziaria, per chi gestisce attualmente gli strumenti di previdenza complementare. Spesso anche per le linee garantite, istituite inizialmente per accogliere i contributi dei lavoratori “silenti”, ma che hanno incontrato un favore crescente tra gli aderenti, complici anche i rovesci dei mercati finanziari. Il provvedimento dell’Isvap è stato emanato al termine di una fase di consultazione pubblica avviata meno di due mesi fa (vedi Il Sole 24 Ore del 7/3/2009) Scarica Esito_Pubblica_Consultazione_Provvedimento_2696. E dalla versione finale del testo emerge una novità rilevante: a ottenere “copertura” di rendimento pari a quella della liquidazione non ci sono solo le quote di Tfr ma anche i contributi volontari del datore di lavoro e quelli del quo datore di lavoro; quote quest’ultime pari ad un ulteriore 1,5% medio, con casi frequenti oltre il 2% e picchi al 7%, che aggiungendosi a quelle volontarie (deducibili fiscalmente fino a 5165 euro l’anno) vanno ad aggiungersi a quel 6,91% della retribuzione che corrisponde al trattamento di fine rapporto. Un allargamento della copertura che va incontro alle indicazioni formulate in questo senso dalla Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione. Nel suo provvedimento l’Isvap precisa che le compagnie potranno innalzare il livello dei propri rendimenti garantiti al lordo delle imposte (11% di aliquota annua) e al netto delle commissioni. Isvap lascia quindi alla contrattazione tra le parti la definizione delle modalità e i meccanismi di riconoscimento dei tassi garantiti sulle quote di Tfr, mentre sottolinea invece con grande rilevanza la necessità che le compagnie non offrano tassi di rivalutazione garantiti “più elevati del rendimento degli attivi a copertura delle riserve tecniche, tenendo conto di margini prudenziali”. L’autorità di vigilanza precisa che il Provvedimento si applica solo agli accordi ancora da stipulare tra fondi pensione e compagnie assicurative: si tratta ora di capire come si muoveranno gli 11 fondi pensioni negoziali che avevano già affidato ad alcune compagnie (Cattolica, Eurizon Vita e Unipol) il mandato per gestire le loro linee garantite, muovendosi in anticipo rispetto alle indicazione della vigilanza. Mandati ora da riformulare.
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