I fondi pensione renderanno come il Tfr

I fondi pensione potranno offrire nelle loro linee garantite lo stesso tasso di rivalutazione del trattamento di fine rapporto (Tfr), ossia la somma dell’1,5% e del 75% dell’inflazione. Alle compagnie assicurative cui i fondi affidano il mandato per la gestione delle linee garantite, sarà possibile offrire questo tasso in deroga alla disciplina generale in materia di tassi massimi garantibili per i contratti di ramo VI e per i Piani individuali pensionistici. Tassi oggi al 2,5%, pari cioè al 60% del Tmo, la media tra il tasso medio lordo a scadenza dei Btp di più recente emissione e il Tasso medio lordo degli stessi titoli emessi nei 36 mesi precedenti. È quanto previsto dall’Isvap, l’autorità di vigilanza sulle compagnie assicurative, che ha pubblicato ieri il documento di consultazione per la riforma del Regolamento n.21 del 28/3/2008, in materia di tariffe e riserve tecniche dei rami vita. Al termine del periodo di consultazione, il 23 marzo prossimo, sarà emesso il provvedimento di modifica del Regolamento. Il testo indica una serie di comportamenti relativi alla disciplina che le compagnie dovranno tenere «in debita considerazione, a tutela della loro solvibilità; con particolare riferimento all’accantonamento degli attivi a copertura delle riserve tecniche, che dovranno essere coerenti «con la durata media degli impegni, con i flussi prospettici delle quote di Tfr conferite e con le prestazioni attese». Da sottolineare che nel testo a disposizione dei pareri degli attori di mercato, l’Isvap prevede che le compagnie potranno fornire la garanzia pari al tasso di rivalutazione del Tfr solo sui flussi contributivi del trattamento di fine rapporto, ossia il 6,91% della retribuzione lorda, ma non sull’eventuale contributo volontario del lavoratore e sul contributo datoriale: tema su cui già si annunciano alcuni rilievi da parte delle forme previdenziali. Il provvedimento che scaturirà dal documento in consultazione, probabilmente con correzioni limitate, va a eliminare un’incertezza che grava sul mercato previdenziale da circa due anni: la cosiddetta legge Maroni (252/2005) imponeva ai fondi pensione linee a capitale garantito e «dal rendimento "confrontabile" con quello del Tfr». Un termine che si è prestato a molte interpretazioni: alcuni fondi hanno scelto di dar mandato a gestori che si impegnavano a replicare il tasso di rivalutazione dell’inflazione europea, altri un rendimento minimo garantito del 2 per cento. Pochi, inizialmente, e in sordina il tasso di rivalutazione del Tfr; tra questi una dozzina di fondi di categoria che hanno ottenuto questa garanzia da compagnie come Cattolica, Eurizon Vita e Unipol, previa un informale via libera dell’autorità di vigilanza (vedi «Plus24» di sabato 21 febbraio 2009). Una mossa d’anticipo rispetto alle norme Isvap che ha avuto il merito di alzare il livello di garanzia offerto, per attrarre i lavoratori che aderendo alla previdenza complementare si privavano del conferimento Tfr in azienda. La crisi finanziaria, avviata nell’estate del 2007 e esplosa nell’autunno scorso, causando un’inversione di tendenza dei rendimenti delle forme previdenziali (+3,4% nel 2006, +1,4% nel 2007, -8,4% nel 2008), ha reso appetibile il tassi di rivalutazione della liquidazione (+2,7% lo scorso anno). A dispetto delle tesi – in via di ridiscussione in questa fase – per cui l’investimento previdenziale ha un orizzonte di lungo periodo e dunque deve puntare al rischio azionario. Complice il rialzo dell’inflazione nel corso del 2008, la divaricazione tra rendimenti dei fondi pensione e Tfr è stata tale che negli ultimi mesi è cresciuta la richiesta da parte dei fondi di ottenere dalle compagnie questo livello di garanzia. Ottenendo una certa resistenza da parte di alcune compagnie, timorose di muoversi fuori dall’alveo Isvap o allertate probabilmente dall’imminente emanazione del provvedimento. Soggetti come FondInps, cui aderisce chi non ha espresso indicazioni sulla destinazione della propria liquidazione. O molti altri fondi che in questa fase puntano a rendimenti bassi, certi e garantiti da compagnie assicurative.