Il processo decisionale per emulazione è oggetto di attente analisi nell’ambito della finanza comportamentale e già in passato su queste colonne ci siamo occupati della tendenza di compiere una scelta analoga a quella presa da chi consideriamo affidabile; il che risparmia dall’onere di compiere il processo di analisi e selezione degli strumenti necessari per ottenere obiettivi da raggiungere e da monitorare nel tempo. Oggi è possibile quantificare l’effetto prodotto dall’emulazione, almeno a partire da un caso specifico: Warren Buffett ha consigliato – pubblicamente – alla moglie di investire il 90% del suo portafoglio in Etf di Vanguard indicizzati all’S&P500. La società fondata da Jack Bogle ha successivamente visto esplodere le sottoscrizioni, raddoppiando il flusso mensile; complessivamente, dalla diffusione del consiglio nel marzo scorso Vanguard ha registrato un aumento delle sottoscrizioni di 3 miliardi di dollari. Investire “alla Buffett”, piuttosto che “alla Lynch” o “alla Soros” è un divertissement suggestivo, una scorciatoria mentale suggestiva, che risparmia fatica ma non alleggerisce da un’ampia serie di rischi. Il punto è trovare la via di mezzo tra il sobbarcarci tutto il compito di gestire nel dettaglio il nostro portafoglio e la delega (in bianco) delle nostre risorse ad altri, con o senza un mandato specifico (cosa che comunque la stessa Mifid tende ad evitare). Per questo può essere utile porsi una serie di domande prima di emulare i guru della finanza:
1 – chi consiglia ha un interesse specifico nel consigliare un asset? Più che di conflitto si potrebbe parlare di una potenziale concentrazione di interessi.
2 – il consiglio è valido anche per me? Siamo pigri nelle decisioni, ma siamo sicuri che un portafoglio azionario al 90% sia adatto anche a tutti?
3 – ci sono alternative migliori? Buffett è contrario alla gestione attiva ed è un fan degli Etf: ma siamo sicuri che non ce ne siano di più efficienti?
4 – è tanto più difficile avere un controllo maggiore sulle proprie scelte finanziarie?
Il blog che state leggendo, Plus24 e tutta l’informazione del Sole 24 Ore serve proprio a rispondere a quasto tipo di domande – e in particolare all’ultima. Fare come fanno gli altri rappresenta un bell’alleggerimento dal compito di addentrarsi in territori sconosciuti, dalla finanza alla previdenza. Chiedere consiglio è legittimo, altri ne distribuiscono anche di non rischiesti. A un recente convegno un consulente finanziario ha così zittito un collega prodigo di consigli su come investire sui mercati: «Grazie, so sbagliare da solo».