Il 2008 con il suo carico di sciagure borsistiche (ma non solo) si è chiuso da qualche settimana e i fondi di previdenza complementare hanno appena tirato o stanno tirando le somme dei rendimenti. Somme che mai come stavolta si presentano fortemente negative: la Covip a gennaio ha calcolato in -8,4% la performance dei fondi pensione nello scorso anno, mentre quella dei negoziali si ferma ad "appena" -6,3%. Il tutto mentre il Tfr ha fatto segnare, invece, una rivalutazione annua del 2,7% netto.
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Anche per i fondi dei maggiori gruppi bancari nazionali, Intesa Sanpaolo e UniCredit, che riguardano decine di migliaia di lavoratori, è ora di consuntivi. Rendimenti che nessuno o quasi riuscirà a chiudere in attivo, anche se il "rosso" in quasi tutti i casi è inferiore a quello medio di sistema registrato da Covip.
Prendiamo il caso del gruppo Intesa Sanpaolo. In una circolare del 14 gennaio, il fondo pensione dell'ex gruppo Intesa (Fapa) informa gli iscritti che «in anticipo rispetto al verificarsi della crisi dei mercati, ha adottato limiti di concentrazione e limiti agli investimenti più stringenti rispetto a quelli previsti dalla normativa»: quello per le attività quotate, fissato dalla legge al 15% del patrimonio, è stato ridotto al 2,5% salvo i titoli emessi o garantiti da Stati, enti pubblici od organismi sovranazionali. Non solo: sono stati vietati gli investimenti diretti in strumenti finanziari non quotati e in titoli strutturati (Abs, Cdo), come pure in attività derivanti da operazioni di cartolarizzazioni non garantite da Stati, enti pubblici o organismi sovranazionali, in strumenti obbligazionari e monetari con rating inferiore all'investment grade e infine in bond subordinati. Cautele che «hanno contribuito nel contenere i risultati negativi dei comparti a maggiore esposizione azionaria». Su quattro linee, i rendimenti di tre, come mostra la tabella in basso, hanno battuto comunque il benchmark e quella monetaria non ci è riuscita per i record fatti segnare in autunno dall'Euribor.
Diversa la situazione del Fondo pensione Cariplo. L'andamento degli investimenti mobiliari è ovviamente in negativo, anche se non ai livelli medi Covip. Ma il fondo può giocare la carta dei rendimenti immobiliari (il real estate rappresenta il 40% circa del patrimonio e dovrà essere riportato nel tetto di legge del 20% entro il 2012 con un piano di dismissioni triennale che viene elaborato dai servizi tecnici e varato dal Cda). Entro il 15 febbraio il fondo dovrà pagare l'imposta sostitutiva patrimoniale, quindi deve valutare gli immobili. Proprio dalle valutazioni del real estate potrebbero arrivare le note positive (gran parte delle proprietà sono concentrate a Milano in zone di elevatissimo pregio e i valori di libro consentono di fare emergere dalle cessioni enormi plusvalenze latenti, mentre i rendimenti annui medi storici delle locazioni sono di tutto rispetto. Il Cda del fondo Cariplo è convocato per il 19 febbraio: giovedì prossimo dunque potrebbero emergere i dati ufficiali sui rendimenti 2008, che secondo alcune fonti potrebbero essere vicini allo zero.
Invece il Fondo pensione del personale del gruppo UniCredit ha per ora resi noti i rendimenti a fine novembre di tre comparti della seconda sezione, come mostra la tabella. Ma anche questo fondo a giorni darà le cifre definitive.
di Nicola Borzi