Un fondo di garanzia a tutela delle prestazioni dei fondi di previdenza integrativa, sul modello di quello costituito dall'Abi per le banche. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sottoscrive in pieno la proposta lanciata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, in occasione della Relazione annuale 2009 dell’Inps. Secondo Fini solo un più largo accesso alla previdenza integrativa può risolvere il nodo della basse coperture delle pensioni future, quelle che andranno nelle tasche delle generazioni di lavoratori che hanno avuto le carriere più incerte (è uno dei temi centrali delle proposte di politica economica di Fini).
Di qui l'invito a rendere la previdenza complementare una «priorità strategica» per il paese anche grazie al sostegno «di un serio punto di riferimento istituzionale» che potrebbe essere rappresentato da un polo pubblico di garanzia. Sacconi concorda e aggiunge, però, che il fondo «può essere incoraggiato e sostenuto dallo stato ma deve venire dai fondi pensione». Il ministro è poi tornato a escludere nuovi interventi sul primo pilastro previdenziale («abbiamo già compiuto riforme significative») compresa la possibilità di mettere mano anche all’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne nel privato.
Di Davide Colombo
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