L’effetto della crisi economica sui contributi ai fondi pensione, le conseguenze della crisi finanziaria sulle gestioni previdenziali, l’evoluzione normativa del settore, i confini dell’operato di Covip. Sono questi i temi affrontati dal presidente della commissione di vigilanza sui fondi pensione, Antonio Finocchiaro, in occasione della Relazione annuale per il 2011, l’ultima del suo mandato (resterà in carica fino al gennaio prossimo). Centrale il tema della sospensione contributiva: circa 1,1 milioni di lavoratori, pari a circa il 20% del totale, ha interrotto il flusso di risparmio previdenziale, un dato in crescita di 100mila unità rispetto allo scorso anno. Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di lavoratori autonomi iscritti a fondi aperti, che non usufruiscono dei versamenti ricorrenti da un datore di lavoro; solo il 15% circa ha riguardato lavoratori dipendenti. Un fenomeno che ha riguardato la metà del fondi pensione aperti e il 35% delle polizze previdenziali.
Un fenomeno che si aggiunge al crescente ricorso alle anticipazioni: per spese sanitarie, l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa ma in modo particolare per le cosiddette "altre esigenze", ossia la possibilità di avere anticipazioni fino al 30% del montante, senza doverne motivare le ragioni: una voce che pesa per la metà del totale delle anticipazioni. Comportamenti che, come ha sottolineato Finocchiaro, pregiudicano l’adeguatezza delle pensioni degli iscritti: ancor più all’indomani della riforma Monti-Fornero che ha alzato l’età della pensione e ridotto le prestazioni future soprattutto dei più giovani.
La Relazione annuale di Covip è stata ancora una volta l’occasione per indicare le mosse per rilanciare le adesioni che, complice anche la crisi, mostrano segni di incremento leggero e decrescita nel settore negoziale. Un rilancio auspicabile, anche se lo stimolo vero arriverà dalla ripresa economica, ha concordato il Ministro del Welfare Elsa Fornero. Spunti e riflessioni sono stati offerti dai dati relativi alla contribuzione di primo pilastro italiana: la più alta in Europa, eccetto l’Ungheria, al punto da indurre l’esecutivo a ipotizzare nel decreto Salva Italia la possibilità di optare per un passaggio parziale dal primo al secondo pilastro.
Il presidente della Covip ha analizzato l’andamento delle gestioni in un anno travagliato per i mercati finanziari: se il Tfr è salito del 3,5%, la crisi dei debiti sovrani europei e delle Borse ha inciso sulle performance dei fondi pensione aperti, scesi in media del 2,4%, e dei Pip collegati a polizze unit liked (-5,7%); positivo invece l'andamento dei Pip collegati a gestioni separate, + 3,5% e sostanzialmente invariato il rendimento medio dei fondi pensione di categoria, +0,1%. Medie che, lo ricordiamo, mettono insieme i rendimenti positivi delle linee garantite, +3,7% per i negoziali, e il -8,8% delle linee azionarie dei Pip). Un sistema che nonostante la gravità della crisi finanziaria è riuscito a tenere e che nel primo trimestre dell’anno in corso mostra segnali di ripartenza: +3,7% i negoziali, +4,8% gli aperti, +6,2%.
Molto resta ancora da fare, ha sottolineato Finocchiaro: ad esempio evitare di contabilizzare alcuni titoli secondo il criterio del mark-to-market, che spinge a investire per il breve termine invece che per il lungo (la duration dei titoli di Stato è in media di 4 anni). Se questa ipotesi non ha ancora trovato riscontro, è attesa a breve invece la pubblicazione da parte del Ministero del Tesoro dei testi in consultazione per la riforma del decreto 703/96, sui limiti e criteri di investimento e il decreto 7 bis per l'erogazione delle rendite da parte dei fondi.
Infine i confini di vigilanza di Covip, cui è stata attribuito il controllo sulle gestioni delle Casse privatizzate: «Una semplificazione di tale sistema è auspicabile», ha detto riferendosi all’incrocio di competenze con i ministeri, peraltro rappresentati nei Cda delle Casse stesse. Finocchiaro ha inoltre reso noto che per vigilare su questi soggetti saranno assunti a tempo determinato dieci persone, con competenze attuariali, di analisi del rischio e di bilancio. E sull’idea di inglobare Covip in Banca d’Italia Finocchiaro ha difeso il modello di vigilanza in vigore: un modello al contrario che sarebbe da estendere anche ai fondi sanitari, per un miglior Welfare complementare.
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