La cattiva educazione finanziaria? Da sfigati

A volte per ottenere un risultato è necessario monitorare l’efficacia delle forze di cui si dispone. Si prenda il caso dell’educazione finanziaria: numerose sono le iniziative per migliorare il livello di conoscenza, competenza e abilità degli italiani in materia di risparmio. Questione non banale, alla luce ad esempio del bail-in e delle paure suscitate, di cui ci siamo occupati nel primo delle 15 uscite di «I tuoi soldi» (in edicola con il Sole 24 Ore ogni martedì). La stragrande maggioranza di queste iniziative sono rivolte però alla popolazione scolastica, che saranno, ma non sono ancora, fruitori di servizi e prodotti finanziari. Poco si fa per gli adulti, al di là del lavoro informativo di una testata come la nostra. Ci si deve chiedere qual è l’effetto sugli adulti degli interventi sui ragazzi. L’esempio è importante: lo “sbarco sulla Luna” scatenò la corsa a diventare astronauta negli anni 60/70. Più di recente, le invenzioni della generazione di Bill Gates e Steve Jobs in Silicon Valley. Interessante in questo senso il progetto «I fuoriclasse della scuola» che valorizza gli studenti eccellenti del triennio delle superiori. L’obiettivo? Trasformare il proverbiale “secchione” in un “figo”, ossia in un modello per gli altri studenti e per la società, e in uno “sfigato” chi è in grado di balbettare solo quattro parole. In Italia solo l’11% della popolazione raggiunge infatti livelli di eccellenza, contro il 2,7% della media Ocse; nel 2020, quindi, il nostro Paese sarà caratterizzato da una forte carenza di forza lavoro altamente qualificata: solo il 17,5% contro il 32% della Ue. Il tema quindi non riguarda solo migliorare le capacità individuali di gestire il denaro ma anche contribuire allo sviluppo del contesto economico. Il progetto è organizzato dal Miur con Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, insieme al Museo del Risparmio di Torino. I giovani talenti premiati potranno fruire di percorsi di alternanza scuola-lavoro presso i soggetti che finanzieranno le loro borse di studio e parteciperanno al Campus residenziale sull’educazione finanziaria, ideato dal Museo del Risparmio di Torino. Per completare il progetto mancano i contributi dell’industria finanziaria: che, viste le prospettive, potranno tramutarsi in ottimi ritorni. Perché è proprio l’istruzione il miglior investimento.