Premetto che detesto parlarmi addosso; ciononostante forse non tutti sanno che in passato mi sono espresso in modo inequivoco contro l’ipotesi, contenuta nella prima versione del ddl concorrenza, di estendere la portabilità di adesione ai fondi pensione. Estensione in particolare del contributo datoriale, che avrebbe avvantaggiato le reti commerciali capaci (e motivati economicamente) di convincere gli aderenti ai fopndi di categoria ad iscriversi a strumenti più costosi e dalla governance meno trasparente come in particolare i Pip (polizze previdenziali). Il pressing dei fondi pensioni ha ottenuto buoni risultati nelle scorse settimane, come registrato qui:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-07-31/ddl-concorrenza-salta-portabilita-fondi-pensione-si-all-aumento-notai-165552.shtml?uuid=ACOjdya&fromSearch
Certo, si poteva fare meglio e di più: per esempio spingendo in maniera più decisa i fondi di categoria a fondersi tra di loro e ad aprirsi anche a chi ha contratti non subordinati. Ma tant’è. Di fatto il sistema paga uno scotto all’Erario, con un innalzamento della tassazione che rende meno conveniente la costruzione di un secondo pilastro previdenziale. Mettendo a rischio, insieme a questi stop and go normativi, la serenità di chi intende pianificare il proprio destino previdenziale per i prossimi decenni.