Tempi ravvicinati per la stretta al pagamento delle pensioni in contanti: dopo il 6 marzo l’Inps verserà le prestazioni superiori ai mille euro mensili solo su conto corrente, libretto postale o su un’apposita carta elettronica ricaricabile. La misura, inserita nell’art.12 del decreto salva-Italia (dl 201/2011), punta a disincentivare l’utilizzo del contante e di conseguenza l’evasione fiscale, ridurre il rischio rapina di cui gli anziani sono talvolta vittime; ma anche a ridurre i costi a carico della pubblica amministrazione. Non sarà facile per l’Inps cambiare le abitudini di 2,2 milioni di italiani, che tutt’ora incassano le proprie pensioni in contanti. Un change-over su cui invece puntano le banche italiane, che negli ultimi giorni hanno annunciato il lancio di diversi conti correnti per i pensionati. Per alcuni la liquidazione delle prestazioni è abitudine, scarsa dimestichezza con gli strumenti di pagamento elettronici o il phone banking. Per altri invece la provvista cash pare funzionale a comportamenti elusivi o evasivi, ad esempio, del pagamento dell’Iva.
Non è un caso che le richieste di pagamento delle pensioni liquide siano più frequenti in regioni come la Campania (350mila prestazioni in contanti), la Puglia o la Sicilia (vedi tabella). L’Inps registra in particolare una distorsione in provincia di Napoli: qui di frequente i pensionati si rifiutano di dichiarare all’ente il proprio domicilio: si presentano agli sportelli Inps per ottenere un duplicato della loro posizione con cui riscuotono dagli sportelli delle Poste italiane la pensione in contanti. Entro la fine febbraio anche loro dovranno comunicare all’ente guidato da Antonio Mastrapasqua, le modalità di accredito della loro pensione.
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