Educazione previdenziale, arriva il piano Fornero

Un punto fermo, pronto a diventare legge dello Stato. I lavoratori italiani riceveranno ogni anno una comunicazione dal proprio ente pensionistico sulla loro posizione previdenziale, nell’ambito di «un programma coordinato di iniziative di informazione e di educazione previdenziale», che vedrà coinvolti ogni anno il Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali insieme agli enti di primo pilastro. È quanto prevede il comma 29 del’art.24 del decreto Salva Italia, fortemente voluto dalla Ministro del Welfare Elsa Fornero. Un comma che introduce per legge ciò che finora era stato solo auspicato in convegni e dibattiti pubblici: un piano di diffusione della cultura previdenziale, che renda meno passivo e più proattivo il rapporto tra il lavoratore e il proprio ente previdenziale.

E insieme un progetto informativo analogo alla famosa «busta arancione» (dal colore della missiva che ricevono i lavoratori svedesi) in cui l’ente pensionistico comunica all’assicurato informazioni sulla sua situazione previdenziale. Una comunicazione il cui contenuto è ancora da definire nei suoi dettagli, ma che in definitiva andrà a fornire indicazioni sulle prestazioni future attese per il lavoratore, in base alla contribuzione in essere. Una doppia operazione, che si prepara ad entrare nell’ordinamento legislativo, e che cautele di diversa natura avevano finora stoppato. Solo due anni fa, in occasione della Relazione Annuale di Covip 2008, l’allora Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, aprì alla possibilità di fornire indicazioni previsive sulle prestazioni future dei lavoratori. Un’apertura cui seguì una repentina chiusura, complice la crisi economica di quell’anno che, con un Pil sceso del 5%, ha inciso sul calcolo delle prestazioni obbligatorie (i contributi versati vengono rivalutati per la media geometrica della rivalutazione del Pil degli ultimi cinque anni). Preparatorio al progetto, l’organizzazione di un’Anagrafe generale dei lavoratori attivi, realizzata ad opera del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale (cui Fornero ha in passato collaborato), che consentirà di effettuare i primi test operativi nei prossimi mesi.

Conoscere una stima della propria pensione futura permetterà ai lavoratori italiani di avere consapevolezza del proprio destino previdenziale; prendendo di conseguenza le decisioni più opportune per costruirsi una prestazione adeguata, in caso anche di secondo pilastro. Le campagne informative indicate nel decreto "Salva Italia" saranno particolarmente utili anche per sollevare il velo sull’importanza di costituirsi una pensione di scorta: i fondi pensione, scelti finora da circa il 23% dei lavoratori dipendenti e da una porzione di molto inferiore dei dipendenti della pubblica amministrazione, si preparano a ricevere dal decreto un importante slancio. Insieme ad altri fattori che incentivano le adesioni: innanzitutto l’attenzione per il progressivo calo delle prestazioni di primo pilastro, che spinge alla ricerca di contromisure per compensare il crescente gap tra ultimo stipendio e primo assegno pensionistico. E poi le misure inserite nel provvedimento riguardanti l’imposta sulle attività finanziarie che grava su tutti gli strumenti di risparmio gestito, fondi comuni e polizze comprese, vissute dai risparmiatori come concorrenti ai fondi pensione.

Da ricordare, inoltre, l’adesione alla previdenza complementare è incentivata fiscalmente dalla normativa, che consente ai lavoratori di dedurre fiscalmente i contributi volontari e datoriali fino a 5.164,57 euro annui; oltre all’aliquota sulle prestazioni finali del 15%, che scende fino al 9% in caso di lungo termine (grava, tuttavia, un’aliquota del 11% sui rendimenti annui, che polizze e fondi non hanno). Il provvedimento giunge in un momento particolare per il risparmio gestito: la raccolta dei fondi comuni continua a dipendere negativamente dall’andamento dei mercati finanziari; le polizze Vita di ramo primo, da parte loro, investono soprattutto in titoli di Stato e visti i loro prezzi le compagnie che le hanno emesse rischiano di trovarsi in difficoltà per garantire il capitale a scadenza. I rendimenti dei fondi pensione sono anch’essi legati ai mercati finanziari, di cui sono riusciti a compensare in modo significativo la volatilità, mentre la loro raccolta è in costante crescita, essendo alimentata dai contributi dei lavoratori (si registrano oltre quattro miliardi di euro di nuovi flussi l’anno).

I sottoscrittori di strumenti dei risparmio gestito si troveranno, quindi, a valutare se sia opportuno mantenere le scelte di portafoglio in essere, oppure se optare per lo strumento principe dedicato alla costituzione di una «pensione di scorta». Confronti, analisi e calcoli che costituiranno gli argomenti centrali delle iniziative di comunicazione e promozione delle scelte previdenziali.

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