Le donne pianificano meglio

Difficile pianificare il proprio futuro, soprattutto pensionistico. Anche se la voglia non manca. È quanto emerge dalla ricerca realizzata da Gpf per Axa-Mps «I giovani e il welfare del futuro oggi», su un campione rappresentativo della popolazione di 2000 intervistati tra i 15 e i 74 anni. "Vorrei ma non posso", si legge nella presentazione dei risultati che mostrano quanto i giovani, ma anche le persone di fasce d'età più avanzate, siano tanto concentrate sul presente da avere difficoltà a fare piani per il futuro: il 30% dei giovani dichiara di vivere solo al presente. Nonostante ciò è comunque avvertita la necessità di fare programmi a lunga scadenza, in particolare dal 41,4% degli intervistati tra i 14 e i 25 anni. Ma se il 53,4% dichiara di non essere interessato al tema delle pensioni perché troppo lontano nel tempo e la materia è troppo complessa, il 52,1% pensa di sottoscrivere in futuro una pensione integrativa.

Complessivamente il 38,2% degli intervistati sottoscrive l'affermazione «mi piace fare programmi per il futuro e fare progetti a lungo termine». Salta all'occhio l'impennata della percentuale se si distingue per sesso: le donne sono più inclini a pensare alla propria vecchiaia, 42,3%, gli uomini molto meno, 33,4%. L'indagine differenzia poi i dati per aree geografiche. E non solo tra Nord e Sud: nel Nord-Ovest troviamo una più alta propensione a programmare il proprio futuro coinvolgendo il 51,5% degli intervistati, contro il 36,8% di quanto accade nel Nord-Est: oltre 14 punti di differenza. Una differenza dovuta alla presenza di grandi industrie nella prima, piccola e media imprenditoria nella seconda. Proprio nel Nord-Est è più alta la quota di chi dice «mi piace vivere pienamente il presente e non penso al futuro». Al Sud, invece, solamente il 29,8% degli intervistati è in grado di pensare a progetti a lungo termine, mentre il 21,4% dichiara di vivere alla giornata pur sapendo che prima o poi dovrà iniziare a pensare al proprio futuro.

L'indagine passa poi ad analizzare i fattori socio-culturali e di ampio respiro che rendono la previdenza materia ostica agli occhi degli italiani. Alla pensione si inizia a pensare dai 45 anni in su; i giovani fanno fatica a identificare un percorso di pianificazione per la costruzione della propria posizione, in vista di quando cesserà l'attività lavorativa. Se la media degli intervistati che dice di "non averci ancora pensato, di non riuscire ad immaginarsi in pensione" si attesta al 26,2%, si impenna al 70,6% quando a rispondere alle domande sono gli under 17, ma rimane comunque alto, al 41,8%, quando si passa alla fascia 18-24 anni e a quelle successive, 25-34 e 35-44, che oltrepassano entrambe il 30%.

La ricerca Axa-Mps è stata presentata il 30 maggio a Lecce in occasione della prima tappa del roadshow "Uno sguardo al futuro: le stagioni della protezione", organizzato insieme con Banca Monte dei Paschi di Siena per promuovere iniziative di educazione sui rischi connessi alle diverse stagioni della vita. All’iniziativa hanno partecipato studenti di diverse fasce di età. Ad essere coinvolti anche circa 110 studenti dell'Università del Salento, non solamente per un confronto sui temi della previdenza, ma anche per un concorso di idee, dal quale sono emerse proposte originali.

Ad essere premiate l'idea della "fidelity card", che consisterebbe in una carta da utilizzare per gli acquisti che permetterebbero di accumulare punti per la futura previdenza, e quella del "Lavoratore adottato – pensionato adottabile", vale a dire la possibilità per un giovane di essere "adottato previdenzialmente" da un parente, un amico, un conoscente purchè anziani, come a ricostituire quel patto tra generazioni da tempo interrotto.

di Simona Ciaramitaro

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