Il Fondo Giornalisti chiude il 2010 poco sotto il +1%

Metti tanti gestori in competizione e guarda l’effetto che fa. È quanto si sono detti i vertici del Fondo pensione dei giornalisti italiani (310 milioni di euro di patrimonio al 31/12, 13.890 aderenti) che stanno analizzando le performance relative al 2010, anno in cui è aumentato il numero dei gestori cui affidare i contributi di secondo pilastro dei cronisti. Rendimenti tutti positivi quelli dei tre comparti finanziari: il Prudente segna un +0,82%, in linea il Mix (50% azioni – 50% obbligazioni): +0,75%. In queste linee è iscritto oltre il 90% degli aderenti; il comparto più aggressivo Crescita è salito del 3,54%. Un risultato di cui beneficia, però, solo una quarantina di aderenti, quasi tutti molto giovani, che hanno ascoltato le indicazioni del fondo secondo cui è preferibile iscriversi a linee a maggior contenuto azionario nella prima parte della carriera, per poi posizionarsi progressivamente sui comparti prudenti.

I rendimenti del fondo pensione sono stati prodotti nel corso di un anno molto particolare per i mercati finanziari: l’Eurostoxx 50 ha chiuso in calo del 6% (Piazza Affari il 13%), mentre i titoli di stato europei sono stati oggetti di brusche flessioni, soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno (l’indice Jpm Emu bond ha chiuso con un +1%). Da segnalare la performance del comparto garantito: che garantisce il livello di rivalutazione del trattamento di fine rapporto, quindi il 2,16% nel 2010. La gestione finanziaria, invece, si è attestata a un -0,67%: un dato causato dall’andamento negativo del mercato del debito sovrano. E che potenzialmente riguarda chi decide di trasferire la propria posizione ad altra linea o ad altro fondo (anche se finora non si è verificato nessun caso di questo genere); la garanzia di ottenere un rendimento pari a quello del Tfr è invece previsto per chi riscatta la propria posizione per pre-morienza, invalidità permanente e disoccupazione. Anche nel medio termine i rendimento del fondo si mostrano sostanzialmente positivi, nonostante persistano gli effetti della crisi culminata nel 2008 continua a farsi sentire su alcune linee: la Prudente è cresciuta del 9,12% negli ultimi 5 anni e del 17,17% in sei anni; la Mix, invece, accusa un calo dello 0,85% a cinque anni ma guadagna l’11,07% a sei anni.

In definitiva l’aumento del numero dei gestori cui affidare il patrimonio, pare abbia ottenuto i risultati auspicati: ad Azimut, Eurizon Capital e Cattolica, da inizio 2010 si sono aggiunti Allianz, Generali, Pictet e Zenit. Secondo le prime indicazioni emerse in occasione del cda svoltosi in settimana, sarebbero proprio questi quattro gestori a ottenere le migliori performance relative rispetto al benchmark, in misura anche superiore al punto e mezzo percentuale. A marzo i vertici del fondo valuteranno ulteriori valutazioni nella compagine di gestori. Da segnalare il livello di costi di gestione, indicati nello 0,25% medio; e l’avvio operativo dallo scorso gennaio di Bnp Paribas come banca depositaria che sostituisce la struttura di State Street, acquisita da Intesa Sanpaolo; una scelta imposta anche per evitare potenziali conflitti di interesse con il gestore Eurizon (controllato proprio da Intesa Sanpaolo).

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