Giornate della previdenza: o nulla o troppo

Da tre anni di nulla a due eventi sullo stesso argomento praticamente contemporanei. Ed è da verificare che ad un aumento delle iniziative corrisponda una crescita di consapevolezza degli italiani sul loro destino previdenziale. Era stato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a lanciare l’idea di una giornata dedicata alla previdenza – dovrebbe chiamarsi «Un giorno per il futuro». Un’iniziativa lanciata per sensibilizzare studenti e giovani lavoratori sul meccanismo di calcolo della pensione e sulle condizioni che la determinano; il tutto all’interno di una cornice istituzionale che vede protagonisti i principali attori del sistema: i vertici di Covip, Inpdap, Inps, Mefop, oltre ai rappresentanti del Ministero del Welfare; si sono aggiunti poi i rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, i vertici di Adepp (che riunisce le casse professionali) dell’Enpals (l’ente previdenziale dei lavoratori dello spettacolo) e del Nucleo di valutazione della spesa pensionistica. Mercoledì scorso l’insediamento del comitato, istituito da un decreto del ministero.

Per il momento siamo ancora nella fase istitutiva dei progetti, ma qualcosa sulla loro fisionomia si può già intuire: di certo la giornata dovrebbe svolgersi in concomitanza con la presentazione della relazione Inps in Parlamento. Di certo punterà a sensibilizzare i lavoratori sui meccanismi di calcolo della pensione e sull’opportunità di costruirsi un percorso per una quiescenza dignitoso. Di certo, tuttavia, si tende a escludere la comunicazione della «busta arancione», ossia la stima dell’ammontare della pensione del lavoratore, analogamente a quanto accade all’estero e previsto nella previdenza complementare (il Progetto esemplificativo).

Una correzione di rotta rispetto alle indicazioni dell’anno scorso del Ministro Sacconi, che auspicava: «La comunicazione del rendiconto delle somme accumulate e delle possibili posizioni (e rendite) pensionistiche maturate potrebbe cambiare la consapevolezza dell’accumulazione pensionsitica dei lavoratori e quindi la natura e il senso della loro partecipazione ai due pilastri». La prima interlocutoria riunione del comitato ha già evidenziato una serie di ostacoli sul terreno: il budget risicato (anche se non si escludono sponsorship), il rischio che tutto salti per via delle elezioni anticipate, oltre alla difficoltà di focalizzare l’esatto target dell’operazione.

Ma oltre all’iniziativa del ministero del Welfare ne sta decollando un’altra: quella di Alberto Brambilla, che oltre a guidare il Nucleo di valutazione della spesa pensionistica è headchief di Itinerari Previdenziali, struttura attiva nella formazione in materia previdenziale. Numerosi i contatti presi in questa fase per un’iniziativa che dovrebbe svolgersi sempre in primavera in una due giorni più aperta rispetto a quella del ministero per quanto riguarda il contributo offerto dalle possibili sponsorship dell’industria. Che si troverà alle prese con due soggetti in concorrenza tra loro. Da ricordare poi le inizative sull’educazione finanziaria che le autorità di vigilanza stanno preparando, sotto l’egida della Banca d’Italia.

Last but not least, c’è il «mese della previdenza» di Solidarietà Veneto: a ottobre il fondo territoriale ha organizzato alcuni eventi previdenza nella provincia di Treviso, mentre a novembre le iniziative si svolgeranno in quella di Belluno. Incontri organizzati in collaborazione con le province, che si occupano delle scuole professioniali. Lo scopo è di sensibilizzare soprattutto i giovani, alle prese con la destinazione del loro Tfr, al momento agognato dell’assunzione.

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