Vari governi sono chiamati a prendere misure impopolari per garantire la sopravvivenza dei propri sistemi pensionistici. Centinaia di milioni di cittadini nei prossimi decenni dovranno destinare la quasi totalità dei loro risparmi all’accumulazione previdenziale. Ma come dovranno investirli?
Semplificando al massimo, le alternative sono tre: 1) un portafoglio bilanciato, che mantiene una ripartizione costante azioni-obbligazioni-liquidità; 2) un portafoglio lifecycle, in cui il peso delle azioni decresce nel tempo a vantaggio delle altre, per tenere conto della maggiore prudenza necessaria all’avvicinarsi del pensionamento; 3) un portafoglio di titoli di Stato indicizzati all’inflazione (negli Usa i Tips, in Italia i BTpi). Uno studio realizzato da Gaobo Pang e Mark Warshawsky di Watson Wyatt Worldwide confronta i montanti accumulati versando per 40 anni contributi per un totale di 202mila dollari nei tre portafogli citati. Il risultato di 100mila simulazioni casuali realizzate basandosi sui ritorni storici delle varie classi di attivo mostra che il portafoglio Tips arriva a un montante di 301mila dollari; nel 95% dei casi il portafoglio bilanciato genera un montante compreso tra 166mila e 1,4 milioni di dollari e il portafoglio lifecycle arriva a un montante compreso tra 174mila e 1,3 milioni di dollari. Come si vede, il portafoglio lifecycle e quello bilanciato possono dare molto di più, ma anche molto di meno di un semplice BTpi o altri titoli di Stato inflation linked. In totale, lifecycle e bilanciato fanno peggio dei Tips nel 22% dei casi. Tra l’altro i risultati citati coprono il 95% delle osservazioni, lasciando fuori gli insidiosissimi "cigni neri", o eventi rari a grande impatto. In ogni caso, tra lifecycle e bilanciato, è il primo quello che offre una minore dispersione dei risultati.
Ma c’è di più. Il lifecycle, con quasi tutto il portafoglio investito in liquidità alla vigilia della quiescenza, espone a un altro rischio in occasione della trasformazione del capitale in rendita pensionistica. Quello di non coprire, in caso di alti tassi di interesse, dall’eventualità di ottenere una magra rendita vitalizia immediata, il cui calcolo è anche funzione dei tassi stessi. Allo scopo, una migliore copertura viene, secondo gli autori, da un portafoglio di titoli di Stato.
di Marco Liera
© RIPRODUZIONE RISERVATA