L’età pensionistica dei sudditi di Sua maestà potrebbe salire fino a 70 anni. E ad annunciarlo la stessa Regina Elisabetta II, che ha inaugurato la legislatura – come di rito -illustrando i disegni di legge del nuovo governo guidato dal conservatore David Cameron. Secondo il piano definito dal prececente governo laburista di Gordon Brown, non era previsto un rialzo dell’età sopra i 65 anni fino al 2024, per entrambi i sessi. Ma il governo conservatore ha annunciato di non voler limitare il proprio margine di manovra, per rimettere a posto i conti previdenziali dei britannici. Alcuni esperti calcolano però che la crescita delle aspettative di vita spingerà Londra a portare appena possibile a 66 anni l’età della pensione, per poi innalzarla a 70 nel 2046. La situazione previdenziale dei sudditi della Regina Elisabetta non è certo florida: il sistema bricannico, prevalentemente a prestazione definita, è stato pesantemente colpito dalla crisi cher ha iniziato a soffiare sui mercati finanziari nel 2007, con la crisi subprime. L’impatto sull’economia inglese (in cui i servizi finanziari hanno un peso di molto superiore rispetto all’economia italiana) è stato pesante: il rosso nella gestione dei fondi pensione è il problema maggiore per molte società britanniche, soprattutto istituti di credito, in particolaer Barclays, Lloyd Bank e Royal Bank of Scotland. Inoltre il 25% dei lavoratori inglesi ha ridotto o sospeso la propria contribuzione alla previdenza, a causa della crisi finanziaria: il 15% per effetto di un taglio operato dal datore di lavoro e un altro 10% per esplicita scelta del lavoratore. Il governo Cameron è intenzionato a mettere in atto tutte le misure necessarie a favore delle pensioni inglesi. Entro il 2012, ha rso noto l’esecutivo, le pensioni pubbliche britanniche dovranno tornare a crescere al ritmo dell’inflazione; precedentemente l’obiettivo era stato fissato al 2015.
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