Da qualche parte li avrà pur messi, quei fogli, Guido: era il consuntivo che il suo fondo pensione gli aveva inviato sull’anno prima. Li aveva messi in libreria, o sulla scrivania (e se fossero in solaio?), in attesa di rivedere quel vecchio amico "che se ne intende" per chiedergli cosa potesse aspettarsi dalla sua pensione di scorta. Guido però da quest’anno avrà uno strumento più chiaro per capire se sta compiendo la scelta giusta: si chiama Progetto esemplificativo, una vera e propria «bussola previdenziale», messa a punto dalla Covip (commissione di vigilanza sui fondi pensione) per indicare all’aderente la correlazione tra i contributi che sta affidando al suo fondo pensione e la rendita prossima ventura che riceverà. «Si tratta di un mero strumento di stima – dice la stessa Authority –, fondato su ipotesi di calcolo che potrebbero non trovare conferma nel tempo». Uno «strumento di ausilio all’aderente», che punta ad «accrescere la consapevolezza dell’iscritto»: non infallibile, dunque, ma simile alla busta arancione svedese o alle Statutory Money Purchase Illustrations inglesi.
In definitiva, l’obiettivo del Progetto esemplificativo è di aiutare il lavoratore a scegliere la giusta contribuzione previdenziale, per sostenere in modo adeguato la pensione di primo pilastro. Operazione complessa e inedita, visto che coloro che vanno in pensione oggi e quelli che li seguiranno nel prossimo decennio (all’incirca) non hanno da compiere scelte decisive per il proprio reddito futuro: a differenza da chi in futuro incasserà invece il 50% o meno del suo ultimo reddito e che già oggi deve compiere scelte opportune.
Da quest’anno i fondi pensione di nuova generazione (ad eccezione cioè dai preesistenti, nati prima delle riforme degli anni 90), devono mettere a disposizione dei propri aderenti sul proprio sito web un motore di calcolo per compiere le simulazioni e inviare un Progetto esemplificativo a ciascun aderente; l’introduzione dell’obbligo l’anno scorso era slittata al 2010 ed era stato limitato a un informazione standardizzata, complice la difficoltà di effettuare stime attendibili all’indomani della crisi finanziaria.
Ma come si stima l’ammontare di una pensione futura? Il Progetto esemplificativo compie il calcolo in base a tre ordini di ipotesi: relative all’aderente, al fondo pensione e a quelle individuate da Covip sul contesto economico e finanziario. Al primo capitolo fanno capo i dati anagrafici, ossia età e sesso dell’aderente, l’ammontare della contribuzione al fondo e il profilo d’investimento, definito a seconda della composizione di azioni e obbligazioni del comparto; la Covip precisa che in caso di adeguamento automatico del comparto al profilo anagrafico/contributivo del lavoratore – il lifecycle –, il Progetto esemplificativo ne deve tener conto. Diverse le variabili riferibili alla forma pensionistica, come i costi in fase di accumulazione, definiti dall’indice sintetico dei costi indicato nella nota metodologica di ciascun fondo pensione. La Covip ha poi ipotizzato l’incidenza di alcuni elementi relativi ai fondi pensione: il costo della conversione del montante in rendita e le basi tecniche utilizzate a questo scopo. Per i primi ipotizza un costo dell’1,25% del montante maturato, mentre le recenti tavole di mortalità Ips55 sono quelle che l’autorità di vigilanza indica come le più utili da impiegare.
Il terzo capitolo riguarda le ipotesi dell’autorità di vigilanza sul contesto economico finanziario: si ipotizza che la retribuzione dell’aderente cresca dell’1% l’anno sopra l’inflazione, la quale si stima salga del 2% l'anno. Ma il capitolo più dibattuto riguarda le prospettive di rivalutazione degli indici azionari e obbligazionari: non che sia più facile indovinare di quanto salirà il costo della vita nel 2018 o nel 2023, o sapere se saremo promossi o no. Ma, al di là delle recenti fluttuazioni effetto della crisi finanziaria, l’andamento dei mercati è effetto di una serie di elementi davvero ampio che danno spazio a considerazioni ben lontane dal poter essere considerate ultimative. Covip ha ipotizzato che un indice obbligazionario abbia un rendimento medio annuo pari al 2%, sopra l’inflazione ma al lordo dei costi e della tassazione (11% annua del rendimento); per quanto riguarda le azioni la commissione ipotizza un rendimento del 4% annuo (sopra l’inflazione e al netto di costi e tassazione). Ciò detto, il Progetto esemplificativo utilizza questi rendimenti prospettici componendoli secondo l’«asset allocation» scelta dall’aderente: se avrà optato per un comparto bilanciato 70% obbligazioni e 30% azioni, i due rendimenti prospettici peseranno in misura proporzionale.
Last but not least, l’età del pensionamento, definita in 65 anni per gli uomini e 60 per le donne: età indicative, visto che il mercato tende a espellere lavoratori più giovani, i quali peraltro pur di ottenere una pensione più consistente potrebbero decidere di lavorare più a lungo. Il tutto per far capire a oltre due milioni di lavoratori come Guido, a quanto ammonterà la loro pensione di scorta. Ma attenzione: sulla rendita stimata all’ultima riga inciderà da qui al momento della pensione l’inflazione: che con il tempo eroderà il potere d’acquisto di quella somma.
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