È la cassa previdenziale dell’élite finanziaria italiana. Ciò non è bastato a renderla impermeabile agli effetti della crisi finanziaria che da oltre un anno e mezzo si è abbattuta sui mercati finanziari. E così il fondo pensione complementare dei dipendenti della Banca d’Italia ha chiuso il 2008 con rendimenti lordi in calo del 4,09% per il Comparto A, mentre il Comparto B è sceso del 21,06%. Il primo presenta un’asset allocation sostanzialmente bilanciata, con una quota azionaria al 30%, mentre nel secondo la componente sale al 63%; al comparto A è iscritto circa un terzo del totale, mentre i due terzi aderiscono al secondo comparto. Al bilancio di breve termine va affiancato quello di medio: i risultati al lordo dell’imposizione fiscale all’11% dal 2/7/2001 in poi registrano una performance per il Comparto A del 24,93% (23,77% il benchmark), il che produce un rendimento medio annuo del 3,01%; evidentemente penalizzato da due pesanti crisi il Comparto B, che segna un -0,61% (-1,07% il benchmark). Ricordiamo che si tratta del fondo pensione destinato agli assunti post 28/3/1993, che prevede il meccanismo della contribuzione definita. Diversa è invece la posizione dei "vecchi" iscritti, già in forza alla Banca d’Italia prima di quella data e che possono contare sul più vantaggioso schema della prestazione definita, tipica dei fondi preesistenti. Al fondo pensione aderiscono oltre 1800 persone, più del 90% dei dipendenti di via Nazionale (un terzo circa al Comparto A, due terzi al Comparto B). Il patrimonio complessivo del fondo è di circa 103 milioni di euro. Il "rosso" registrato nel 2008 poteva essere peggiore, se la gestione (la stessa Banca d’Italia) non avesse coperto il rischio cambio sulla quota in titoli Usa in entrambi i comparti. Per quanto negativi in termini assoluti, i risultati della gestione finanziaria risultano aver battuto il rispettivo benchmark, seppur di poco. D’élite e innovativo, il fondo consente agli iscritti di suddividere i propri contributi tra i due comparti, dosandoli tra loro e costruendosi dunque un’asset allocation personalizzata. Altra innovazione, introdotta questa dall’inizio del 2009, è la nascita di un Comitato consultivo sulla gestione finanziaria, che dovrà formulare pareri e osservazioni tecniche in relazione alle scelte di investimento e alla definizione del benchmark strategico. Diverso il ruolo, invece, del Comitato di sorveglianza, in cui sono presenti in forma paritetica membri di parte sindacale, con funzioni analoghe a quello dei consiglio d’amministrazione nei fondi negoziali. Tipico, invece, dei fondi pensione complementari del settore bancario il meccanismo di definizione del contributo datoriale: che sale in proporzione alla quota percentuale versata dal lavoratore nel fondo, a partire dallo 0,5%. La Banca d’Italia versa per i propri dipendenti una percentuale media di contributo datoriale pari a circa il 5,7% del monte retributivo. Altro elemento ricorrente nel mondo bancario, l’allineamento delle prestazioni erogate ai dipendenti donne e uomini.
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