C’è Lehman e, sotto la sua punta dell’iceberg, c’è una pletora di titoli in cui investono gli enti previdenziali, su cui le Autorità di vigilanza hanno acceso l’attenzione. Sono obbligazioni strutturate, titoli di debito spesso garantite a scadenza, agganciate a titoli, indici, panieri di titoli o di fondi o ancora a strategie algoritmiche. Strumenti complessi offerti alle Casse previdenziali da strutture bancarie che in genere le offrono tailor made, fatte apposta per il cliente.
Download il_portafoglio_delle_casse.doc
Detto così sembra il non plus ultra: si investe nei mercati senza mettere a rischio il capitale; soprattutto per strutture previdenziali di primo pilastro obbligate per legge a realizzare un rendimento prestabilito. Il problema, su cui la Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali ha acceso un faro, è che questi titoli sono molto complessi e hanno tecnicalità che talvolta rivelano rischi nascosti, nelle centinaia di pagine delle loro note di accompagnamento (term sheet). In più sono illiquidi, non scambiati cioè sui mercati regolamentati. Caratteristiche ideali che fanno di questi prodotti finanziari i maggiori candidati a soft commission (commissioni "sotterranee") da banche ad investitori. Tutte queste ragioni impediscono l’utilizzo di questi strumenti in molte gestioni previdenziali, per esempio nella previdenza complementare italiana, o all’estero. E infatti l’obiettivo degli organi di vigilanza è quello di spingere per una maggiore trasparenza della gestione finanziaria delle Casse: utilizzando ad esempio una banca depositaria, che proceda a investimenti e riscatti secondo regole precise e non a discrezione dei soggetti deputati. Talvolta le obbligazioni sono emesse da società veicoli off-shore: come il caso di Anthracite, un titolo emesso da Lehman Brothers sottoscritto da alcune Casse italiane (Enasarco, Eppi, Enpacl). Le maggiori esposizioni sul totale sono di Enasarco, Enpav, Enpaia, Epap e Onaosi (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Ma le obbligazioni strutturate possono essere molto diverse tra loro. «I nostri non sono titoli tossici – dice Paola Muratorio, presidente di Inarcassa (architetti e ingegneri) –. Intanto perché non le sottoscriviamo su proposta o sollecitazione di banche, ce le costruiamo da soli in modo semplice e trasparente: utilizzando BoT, CcT o le stesse cartelle fondiarie dei mutui che eroghiamo a garanzia di fondi dei fondi hedge, con leva mai superiore a 2. E questo ci consente di avere un’aliquota fiscale del 12,5% come qualunque investimento finanziario, invece che il 27 per cento. Elusione? No, è risparmio previdenziale». Resta il problema dell’illiquidità di questi strumenti. «Siamo in grado di smontare queste strutture quando vogliamo, rivendendo i sottostanti sul mercato». «La maggior parte delle nostre obbligazioni strutturate sono a capitale garantito – dice Paolo Saltarelli, presidente della Cassa dei ragionieri – e indicizzate all’inflazione, a indici immobiliari o a fondi hedge: per investire in questi strumenti decorrelati dai mercati ma speculativi abbiamo utilizzato una nota a capitale garantito per sterilizzarne il rischio. Di chi sono questi strumenti? I fondi hedge sono di Man Investment e le strutture di Abn Amro e Société Général. Ma attenzione: noi abbiamo una Sim, Previra invest, che è per l’80% della Cassa e il 20% di Finnat, cui è demandato il processo di selezione e di transazione di tutti i titoli, mentre la scelta finale è del Cda della Cassa. Questo processo ci mette al riparo dal rischio di rapporti indebiti con le strutture bancarie che offrono prodotti finanziari a enti come il nostro». Nessuna reazione ufficiale, invece, dalla Cassa di previdenza dei dottori commercialisti, né dall’Enpaia (agrotecnici). Mentre l’Epap (attuari, chimici, agronomi e geologi), in merito alla sottoscrizione del bond di Lehman Brothers per 10,7 milioni di euro, precisa che l’advisor «MangustaRisk effettua per l’Epap esclusivamente il servizio di consulenza per il monitoraggio dell’andamento degli investimenti e in alcun modo è mai stata coinvolta dall’Ente nell’attività di selezione e/o individuazione degli investimenti da effettuare».