Crack Lehman, la crisi spinge la trasparenza

«L’emittente garantisce che il capitale non subirà perdite e che alla scadenza verrà integralmente rimborsato a condizione che non si verifichino fatti del tutto improbabili, quali il fallimento dello stesso emittente. Strumenti di questo tipo sono considerati molto prudenti, altamente cautelativi…». Sembra un secolo fa, invece era l’aprile di quest’anno: il «Giornale della previdenza dei medici e degli odontoiatri» spiegava agli iscritti perché l’Enpam avesse scelto di investire una parte consistente del proprio patrimonio (circa 2,6 miliardi di euro su 4,8 di patrimonio mobiliare) in obbligazione strutturate.

Ad alto rating, ovviamente, con "valutazioni uguali o superiori ad A+". Tra questi una porzione esigua, pari allo 0,65%, in notes di Saphir Finance, veicolo di Lehman Brothers. Ben superiore l’esposizione di altre casse (vedi tabella) a titoli della banca statunitense che domenica sera ha capitolato. Ma con l’allargarsi della crisi ad altre investment bank statunitensi come Morgan Stanley e Goldman Sachs, sale la preoccupazione di questi investitori istituzionali in titoli emessi o strutturati da loro, presenti in proporzioni rilevanti nei portafogli delle Casse.

Tanto da spingere il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ad avviare «una adeguata azione di monitoraggio, finalizzata a una verifica dell’incidenza delle attività finanziarie, eventualmente ricollegabili alle vicende della Lehman Brothers, sui patrimoni delle Casse». Via Veneto, insomma, vuole vederci chiaro sulla reale esposizione alla crisi e capire se questa mette a rischio i bilanci tecnici a 30 anni, che gli Enti hanno l’obbligo di garantire.

Conti misteriosi

Già i bilanci. Sotto accusa sono i loro criteri di redazione, che offrono il destro ad una forte discrezionalità da parte delle Casse, soprattutto in caso di perdita potenziale di un’obbligazione in portafoglio. E le recenti tempeste finanziarie stanno deprimendo, e non di poco, il corso di questi bond. Ma quali? Non sempre è semplice rispondere: sono davvero poche le casse che pubblicano il proprio bilancio su un sito internet, con il dettaglio degli investimenti. Anche per questo il Welfare intenderebbe procedere ad una riforma della Vigilanza: sulla scrivania del presidente della commissione parlamentare Giorgio Jannone, si sono accumulate le analisi sui bilanci 2005 e 2006; toccherà poi a quelli relativi al 2007. Per le contromisure bisognerà attendere il 2009.

Adeguamento e innovazione

Per esempio introducendo l’obbligo di una Banca depositaria, che vigili sulla corrispondenza dell’investimento con criteri definiti dalla normativa e dalla cassa stessa. Cosa che d’altronde hanno già fatto Enti come Enpaf (farmacisti), Inarcassa (architetti e ingegneri), allineandosi con l’operatività di altri soggetti previdenziali, fondi pensione in primis.

Vitaliano D’Angerio

Marco lo Conte