Riuscirà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta a convincere il ministro del Welfare Maurizio Sacconi a confermare alla presidenza della Covip Luigi Scimìa? È questo l’interrogativo che si pongono gli addetti ai lavori, a pochi giorni dalla scadenza del mandato del numero uno della commissione di vigilanza sui fondi pensione.
Non è un mistero che il braccio destro di Silvio Berlusconi appoggi Scimìa in questa partita; ma è il titolare del Lavoro a dover indicare il nome del presidente di Covip. La partita si sta giocando in questi giorni. A favore della riconferma di Scimìa, c’è il fatto che Sacconi non sempra avere in tasca un nome «forte» da proporre al posto dell’attuale presidente. Anche perchè l’identikit del presidente Covip non è del tutto semplice: non deve avere altri incarichi di consulente o consigliere di banche o assicurazioni, non deve essere parlamentare, ma allo stesso tempo dev’essere competente in materia e dall’orientamento culturale non troppo difforme da quello dell’Esecutivo e del titolare del dicastero. Ciò riduce di molto il novero dei candidati: alcuni dei quali, secondo quanto risulta a «Plus24», hanno già cortesemente declinato l’invito, vista l’intenzione di continuare le proprie attività professioniali.
Salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, ovviamente. Incompatibilità a parte, i nomi che circolano con più insistenza in questi giorni sono diversi, a partire da quello di Gianfranco Imperatori: una carriera iniziata alla Banca d’Italia e proseguita in Banca di Roma, quindi Capitalia e ora UniCredit, per cui è senior advisor della divisione corporate e market investment banking. O quello di di Mauro Maré, docente universitario e presidente di Mefop, la società partecipata dal Tesoro impegnata nello sviluppo dei fondi pensione.
Tra i papabili c’è chi scommette su Antonio Pedone, decano degli economisti della finanza pubblica e proveniente, come Sacconi, dall’area socialista, con un passato presso diversi istituti di credito come Bnl, Imi, Sanpaolo e Crediop; attualmente Pedone insegna Finanza pubblica presso l’Università La Sapienza di Roma. Sempre a La Sapienza insegna un altro candidato alla successione di Scimìa, Angelo Pandolfo: docente di Diritto del lavoro e della previdenza sociale, Pandolfo è stato in passato, oltre che componente del comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inpdap, commissario proprio della Covip. Altro nome illustre del mondo previdenziale, indicato da alcuni come possibile presidente della commissione è Sergio Corbello: presidente di Assoprevidenza, ha lavorato a lungo all’interno del gruppo SanPaolo di Torino, presso l’Inpdap e l’Inps. Sempre che non prevalga in extremis il pressing di Letta per Scimìa, saranno probabilmente questi i nomi al vaglio del ministero di via Veneto. Una scelta che però si interseca la possibilità che venga rilanciata l’ipotesi riformare il ruolo delle authority (Covip compresa) e l’intero scenario della previdenza italiana, a partire da Inps, Inpdap, Inail e Ipsema.