Fondi pensione a caccia di rendimenti

Dove investono i fondi pensione per mettere a frutto i contributi dei loro aderenti? Il tema è molto sentito non solo in Italia: si discute di ampliare il nòvero degli strumenti in cui investire con la riforma del decreto 703/96. All’estero, invece, all’indomani della crisi dei debiti sovrani la moda del momento sono le soluzioni "smart beta": si tratta di Etf o fondi passivi che riproducono una strategia di portafoglio che consentono di ridurre la volatilità e ridurre il rischio di portafoglio. L’indagine semestrale effettuata da Bfinance, società di consulenza per gli investitori istituzionali, registra come il 37% degli investitori prevede di orientare parte del proprio gestito passivo tradizionale verso delle soluzioni su indici efficienti nel corso del 2012. Entro tre anni l'83% degli investitori istituzionali prevede di essere esposto a gestioni su indici efficienti e il 33% prevede di allocarvi più del 10% del proprio portafoglio. Strumenti molto differenti tra loro: si punta in particolare a gestioni low volatility o alla combinazione risk efficient / risk weighted. Tra i pionieri di questi strumenti in campo obbligazionario Lombard Odier mentre Ossiam è più impegnata in ambito azionario con un approccio minimum variance. L’indagine di Bfinance rileva come un fondo pensione su quattro prevede di ridurre ulteriormente il peso di titoli di Stato in portafoglio nei prossimi tre anni. Le asset class su cui puntano gli investitori istituzionali nei prossimi tre anni sono il credito (22%), real estate (36 %), private equity (17 %), infrastrutture (36 %), hedge funds (16 %) e le strategie total return (26 %).

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