Il mio primo istinto giornalistico, quando una convizione si fa largo in modo deciso, è di cercare di vedere le cose da un altro punto di vista. Scoprendo magari che le cose stanno in un altro modo sotto molti aspetti. Da tempo ci si straccia le vesti per via dell’effetto del Qe sui tassi di interesse che ha portato, in due casi su tre, i titoli di Stato europei a rendimenti negativi. In Germania, in particolare, la politica monetaria di Draghi è vista come il fumo negli occhi. Perchè potrebbe non essere così? Almeno per le gestioni istituzionali il “danno” è in effetti molto relativo. Le Sgr che investono il denaro di fondazioni, assicurazioni, imprese, fondi pensione operano sul mercato secondario non molto difficilmente tengono i titoli di Stato dall’emissione alla scadenza. Al calare dei rendimenti corrisponde la crescita dei prezzi, il che favorisce l’aumento dei valori quota delle gestioni. A vantaggio degli aderenti, per esempio, della previdenza complementare, com’è evidente dall’andamento degli ultimi anni. Questo in breve. Qui di seguito approfondisco il tema dei rischi connessi ai bassi tassi nel corso della trasmissione “Mercati”, che fare”, in cui sono stato ospite di Leopoldo Gasbarro per TgCom24.