Non sono bastati sette anni di guai, a partire dalla crisi finanziaria dei mutui subprime Usa. Non aveva lasciato troppi sospetti il rush dei prezzi che si era registrato in precedenza (+100% tra il 1995 e il 2005). Non avevano fatto breccia le considerazioni sull’eccessiva esposizione degli italiani e in particolare delle Casse privatizzate sugli immobili. Nonostante tutto ciò, c’è ancora chi considera il mattone un asset dal sicuro e immarcescibile valore. Per avere un’idea di come questa idea sia, diciamo così, poco fondata basta dare un’occhiata a questa elaborazione realizzata dalla collega Michela Finizio sul patrimonio immobilare degli enti previdenziali di primo pilastro
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I dati si riferiscono sia al patrimonio residenziale che a quello commerciale: e le differenze di rischio, valore e redditività non sono da poco. Ciononstante è evidente che all’incanto c’è un patrimonio tale in cerca di compratori che impressiona per mole. E che difficilmente può essere “smaltito” dal mercato stesso in tempi ragionevoli. Molti i nodi che aggrovogliano e complicano la situazione: l’obbligo per le Casse si ridurre sotto il 20% del proprio patrimonio gli asset immobiliari nel portafoglio entro cinque anni; il fatto che molti enti abbiano affittato gli immobili ai proprio iscritti e si trovino ora in sostanziale conflitto tra l’interesse dell’iscritto e quello del bilancio; il fatto che una fetta non indifferente di costoro siano in età tale da non poter stipulare un mutuo pluridecennale per ottenere un mutuo e procedere all’acquisto e infine l’andamento dei valori di mercato in continuo calo. Un groviglio da cui è difficile uscire. Tale da far quasi – e ripeto quasi – rimpiangere l’offerta di Stefano Ricucci per l’acquisto in blocco di tutto il patrimonio immobiliare di Enasarco, seguita da un’inchiesta giudiziaria che portò in carcere il presidente di Confcommercio di allora Sergio Billè. Scherzi a parte, per gli enti previdenziali così come per le famiglie italiane, l’uscita dalla gabbia dal mattone rappresenta la sfida finanziaria principale dei prossimi anni.