Hanno fatto la fortuna delle divisioni retail delle banche, che li hanno collocati in massa nei portafogli dei piccoli risparmiatori al posto dei fondi comuni di investimento, all’indomani dello sboom hi-tech del 2000. Ma il grosso di questo business, gli istituti di credito lo hanno fatto con le Casse dei professionisti. Questi strumenti previdenziali di primo pilastro mostrano un’esposizione alle obbligazioni strutturate che raggiunge i 5,11 miliardi di euro, pari al 31,03% di tutti gli asset previdenziali di questi strumenti di primo pilastro.
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La ragione di una così alta esposizione a questa tipologia di strumenti risiede nella natura stessa delle Casse: dovendo garantire prestazioni ai propri aderenti, definiscono obiettivi di rendimento, per garantire nel tempo l’equilibrio tra entrate e uscite. Per far ciò le Casse utilizzano strumenti dalla performance predefinita; negli anni i BTp e gli immobili hanno lasciato il posto a una gestione più diversificata, che spesso prevede investimenti diretti in titoli. Talvolta però si cede alla tentazione di aderire a strumenti confezionati ad hoc, che permettono di definire in anticipo rendimenti più allettanti rispetto a quelli dei titoli di Stato, oltre alla restituzione del capitale, offrendo spesso al sottoscrittore opportunità accessorie come il prendere posizione su inflazione, tassi di mercato, a commodity o a panieri di fondi comuni o hedge fund.
Gli strutturati possono avere caratteristiche molto diverse; semplificando, la struttura di un titolo di questa natura è composta da un’obbligazione, in genere uno zero coupon, e da uno o più derivati che consentono di produrre un rendimento da retrocedere, almeno in parte, al sottoscrittore in caso di realizzazione di uno o più eventi. A garantire il capitale è la banca emittente, mentre le cedole possono essere alcune determinate altre variabili. Si tratta di strumenti estremamente complessi e dunque costosi: per questo gli emittenti si cautelano imponendo ai clienti penali particolarmente salate, per disincentivare la cessione prima della scadenza. Si tratta inoltre di titoli che quando quotati sono poco liquidi, con scambi ridottissimi e a prezzi, non a caso, nettamente inferiori alla parità.
In questo alcune Casse professionali mostrano di somigliare più al risparmiatore retail, oggetto del pressing di intermediari in conflitto di interessi spinti commercialmente dal raggiungimento di budget; più che al profilo dell’investitore istituzionale, in grado di destinare risorse adeguate per una gestione autonoma, delegando all’esterno le funzioni di asset allocation strategica e di controllo del rischio. O che prende posizione in modo consapevole, come pur accade frequentemente, sottoscrivendo quote di strumenti alternativi come fondi hedge o private equity. È il caso del fondo dedicato alle infrastrutture F2i lanciato da Vito Gamberale, cui hanno aderito veterinari, geometri ingegneri e architetti.
Decisivo, in alcuni casi, l’intervento degli advisor delle Casse, che offrono loro a volte un parere a volte un consiglio più diretto sull’opportunità di sottoscrizione di un’obbligazione strutturata. Alcuni di loro, interpellati da «Plus24», invitano a non demonizzare le obbligazioni strutturate: ma preferiscono non apparire come "sponsor" di titoli di questa natura.
La tabella qui pubblicata aiuta a non generalizzare. Resta in ogni caso complesso analizzare nel dettaglio la gran parte di questi strumenti, visto che i bilanci delle casse, pur pubblici, non sono quasi mai pubblicati sui siti web delle Casse: i dottori commercialisti sono tra i pochi ad aver pubblicato online il consuntivo 2007, sul sito della cassa pluricategoriale c’è il bilancio 2006; i geometri permettono la consultazione dei bilanci solo agli iscritti e ai «collegi» (forse si intendeva colleghi). Poco o nulla invece sulle altre piattaforma web. L’attesa è ora per il disegno di legge del vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola: per capire se il progetto di creare economie di scala in materia di servizi e investimenti metterà ordine al capitolo obbligazioni strutturate.