Sottoscrivereste un’obbligazione che raddoppia il capitale? O un’altra che assicura la protezione dall’inflazione? È meglio puntare a una vecchiaia serena accantonando quel poco che oggi non utilizziamo? Ciascuna di queste domande include una risposta suggestiva: l’industria finanziaria utilizza con attenzione la finanza comportamentale per determinare i comportamenti della clientela. La mente umana funziona così. Il processo decisionale è più o meno elaborato a seconda degli individui, e l'interazione delle suggestioni a livello subcorticale (o emotivo) spesso è prevalente rispetto alla capacità elaborativa della corteccia cerebrale. Bisogna capire come organizzare processi di scelta che spingano l’individuo ad affrancarsi dalle suggestioni e portarlo a compiere scelte che rispondano alle sue necessità: dalla copertura del rischio di non autosufficienza a quello di poter contare su risorse economiche in vecchiaia. Ci dice molto l’indagine realizzata da Emanuela Rinaldi del Dipartimento di Sociologia dell'Università Cattolica di Milano, nell’ambito del progetto "Io & i rischi": una ricerca durata due anni che ha coinvolto 10mila studenti e 7mila docenti in una serie di test. Ad esempio l'affermazione "È meglio un uovo oggi che una gallina domani" è vera (24,3%) o abbastanza vera (27,5%) per la maggioranza. Mentre a ritenerla falsa è una minoranza (29,6% più un 16,2% che la considera abbastanza falsa). Segno di una crisi che non è solo finanziaria ed economica ma generazionale e esistenziale. Le risposte ad un’altra domanda porta ottimismo: al quesito "Se potessi scegliere tra vincere con certezza 30 euro oggi e 90 euro tra una settimana cosa sceglieresti?" il 39,1% ha risposto "30 euro oggi" mentre il 58,9% si dice disposto ad aspettare una settimana per incassare un premio tre volte superiore. Sicuramente sono troppi quattro ragazzi su dieci che preferiscono "cogliere l'attimo", ma è fondamentale sottolineare che, se strutturato, il futuro viene affrontato con il normale coraggio e con l'apertura alla vita che caratterizza i preadolescenti (ed è imperdonabile non rispettarlo). È un esempio di quello "sconto iperbolico" di cui si parlava su queste colonne qualche settimana fa: evidenziare gli elementi di profitto dalle scelte più coerenti e di più lungo termine, per indirizzare i comportamenti più coerenti con le necessità individuali di lungo termine. Il tutto rifiutando la dittatura dell'emergenza, che tanta ansia provoca nelle persone, impedendo loro di prendere decisioni corrette. Campagne informative che spingano su messaggi coerenti sono il miglior antidoto a scelte dettate da suggestioni e rendono anche la collettività più sicura. Tocca ora ai gestori della cosa pubblica, i politici, preferire 90 euro tra una settimana, invece che 30 subito.
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