L’educazione finanziaria? Piu che i social la fanno i Malavoglia


Le sospirate vacanze sono iniziate, o alle porte per i più, il momento di ricaricare le energie anche mentali. E capire che molte lezioni che ci troviamo di fronte spesso aride e astratte sono realtà vera vissuta dalle persone. L’occasione migliore per fare provvista di stimoli nuovi, infatti, magari attraverso un viaggio, ossia la conoscenza di condizioni di vita differenti dalle nostra: dal cambio delle valute all’osservazione delle condizioni economiche e sociali di altri popoli si possono trarre interessanti. Per chi non viaggia quest’estate, in alternativa, la lettura può offrire importanti stimoli di educazione finanziaria. Basta aprire gli inserti culturali dei principali quotidiani italiani per trovare decine di titoli di romanzi la cui trama rin qualche modo collegata con temi economici. Qui mi piace darvi indicazioni un po’ più fuori dagli schemi. Per esempio il Tutto quello che non serve di Valerio Baselli, che inquadra il destino di due persone che lavorano nella stessa società finanziaria ma con modalità e approcci molto differenti. Un romanzo ambientato nel recente passato, con la crisi greca sullo sfondo, che offre uno spessore nella descrizione dei caratteri, nell’intreccio della vicenda con la cronaca internazionale, che solo un addetto ai lavori può conoscere a fondo. Non mancano i saggi che aiutano ad aumentare le nostre conoscenze in materia. C’è solo l’imbarazzo della scelta ma per non appesantire la vostra vacanza vi cito Padre ricco padre povero di Robert Kiyosaki, testo ricco di spunti ed esempi dal guru (discusso e discutibile, come tutti i guru) della finanza personale negli Usa.

Ma come insegnava Umberto Eco, per appassionarsi alla lettura di un romanzo bisogna leggerlo di nascosto, rubando tempo e attenzione ad altre occupazioni. Così mentre i vostri vicini di ombrellone si mostrano i video più esilaranti su youtube e le foto su Facebook, condividono e mettono mi piace alle opinioni di presunti influencer, fingete di twittare dal vostro tablet o di aggiornare il vostro profilo Instagram, mentre invece riguardatevi di sottecchi alcune pagine dei Malavoglia di Giovanni Verga. Quelle in cui si parla dei carico di lupini “da comprare a credenza per venderli a riposto”, una forma di future che insieme alla scarsa diversificazione del carico, espone la famiglia protagonista ai rischi dell’operazione. Rischio e diversificazione sono concetti di financial literacy centrali nel romanzo di Verga, così come nel Promessi Sposi il tema dell’elasticità della domanda e dell’offerta, per comprendere tutta la parte dedicata alla carestia, all’assalto ai forni e alla peste. Sono pagine che riecheggiano la crisi argentina del 2001, la Grande Depressione americana o quella attuale venezuelana. Ma non ditelo al vostro vicino di ombrellone, potrebbe guardarvi storto.

Facebook @maloconte
Twitter @loconte63