Torniamo su un tema recentemente monitorato, perché merita una sottolineatura questa notizia fonte dalla Banca d’Italia, che rappresenta l’ennesima conferma a quanto scritto in precedenza. Il mercato immobiliare italiano continua a soffrire, nonostante qualche segnale di ripresa, ma ciò che stupisce è il peso che il mattone ha nella mente dei risparmiatori. I risultati del sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia vendute o affittate nel primo semestre dell’anno dalle agenzie immobiliari, fornisce dati molto interessanti, ma soprattutto contrastanti e per alcuni versi contradditori: aumentano le vendite (68,1% degli agenti a giugno contro il 64% di aprile) e sale seppur di poco il finanziamento dell’acquisto via mutuo.
L’indagine parla anche di un rallentamento della discesa dei prezzi, per il 67% delle agenzie (il 70% tre mesi prima); dall’altra parte il mercato immobiliare italiano mostra segni di inefficacia crescente e si conferma il regno delle distorsioni psicologiche: tra le cause che portano alla revoca del mandato da parte di un venditore all’agenzia, infatti, c’è innanzitutto l’assenza di proposte di acquisto dovute a richieste di prezzo eccessive (62,4%); seguono tra i motivi le proposte d’acquisto a valori troppo bassi (55,1%, si potevano dare nel sondaggio tre risposte), quindi le difficoltà per i reperimento dei mutui (34,2%). Solo al 29,1% l’eccesso di tempo trascorso dal conferimento del mandato: il che conferma l’elasticità di questo fattore, su cui si scarica una parte importante dell’inefficienza del mercato, che altrimenti si ripercuoterebbe sui prezzi degli immobili. Non a caso i tempi per trovare un’acquirente aumentano sempre più: dagli 8,8 mesi del secondo trimestre 2013 ai 9,3 dell’aprile scorso.
Colpisce inoltre la differenza rilevante tra la percezione che gli agenti immobiliari hanno tra le prospettive del contesto generale e quello della propria area d’azione: in entrambi i casi si prevede un peggioramento del mercato, ma il clima è visto rosa nel proprio ambito; chi è ottimista è il 17,3% del totale (erano solo il 3,8% un anno fa), una quota che arriva a insidiare chi vede nero, il 19,6% (il 47,3% dodici mesi fa); contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare i pessimisti sulla situazione generale sono scesi al 28,3% (il 55,9% un anno fa), molti di più comunque rispetto al 9,5% degli ottimisti (il 2,6% un anno fa). E per i prossimi due anni tutti sono sempre più ottimisti.
I risultati dell’indagine di Banca d’Italia confermano l’effetto provocato dalla miscela di mattone e aspettative nella percezione del settore immobiliare, anche tra gli operatori economici che più degli altri dovrebbero governare la materia in modo lucido, programmato e razionale, ma anche i clienti, spesso poco consapevoli di quello che accade al mercato e non di rado di cioò vogliono. Perché la vera domanda che non trova risposta è: ma quanto vale quell’appartamento?