Fondi pensione e liquidità per le aziende

Ci sono convinzioni difficili da smontare: tanto incardinate nel sentire comune che uno sguardo da un altro punto di osservazione risulta talmente rischioso da spingere alla rinuncia. Tra queste c’è la convinzione che in caso i lavoratori aderiscano ai fondi pensione, la loro azienda ne subirà un danno: il trattamento di fine rapporto (6,91% del reddito) e i contributi datoriali che escono dalle casse dell’azienda a fini previdenziali rappresentano minore liquidità, bene preziosissimo per il sistema imprenditoriale in questa fase. Eppure questa considerazione corrisponde a un luogo comune che non è difficile smontare. La normativa infatti prevede incentivi e contributi a compensazione dei contributi previdenziali e di quelli che, in caso di azienda con oltre 50 dipendenti, finiscono al fondo di Tesoreria, pari al 4% dell’ammontare; una quota che per le imprese con meno di 50 addetti sale al 6%. Con l’aliquota Ires al 27,5%, questa compensazione fiscale vale una minore imposta pari all’1,1% di Tfr conferito a fondi pensione o fondo Tesoreria per le imprese con almeno 50 addetti); risparmio fiscale che sale all’1,65% per le piccole imprese. Inoltre l’art.84 del Testo unico sulle imposte e i redditi (Tuir) dice che le perdite dei redditi di impresa possano essere dedotte senza limiti temporali nella misura dell’80%, agevolazione in grado di produrre effetti (limitati e differiti nel tempo) anche nel caso in cui il datore di lavoro consegua a fine periodo di imposta una perdita e non un reddito positivo. Misure efficaci finché ovviamente lo sono i soggetti coinvolti: se, cioè, non sorgono problemi di altra natura dal punto di vista fiscale per l’azienda o inefficienze operative negli uffici interessati.
In definitiva però il corretto e razionale utilizzo degli strumenti a disposizione è – seppur laborioso –un fattore di competitività vincente. «Le quote di Tfr destinate ai fondi pensione o al fondo Tesoreria – dice l’avvocato Flavio De Benedictis, esperto del settore – sono deducibili dal reddito di impresa senza applicare lo Ias 19 o le relative variazioni fiscali». Ma quanto è rilevante la convenienza per l’azienda i cui dipendenti scelgono la previdenza? «A conti fatti – dice Cristiano Fiumara responsabile sviluppo di Helvetia – il mix di compensazioni, incentivi e mancato obbligo di rivalutazione della liquidazione, produce un beneficio del 12,2% rispetto alla quota di Tfr versata nel fondo pensione». Preziose notizie per chi fa di queste informazioni un business. Magari utilizzando una comunicazione adeguata per infrangere i luoghi comuni più radicati.

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