Anche Fornero boccia il Craipi, fondo pensione dei dipendenti Rai

Scarsa trasparenza dei bilanci, rendimento zero nel decennio 2000-2009 contro il +2,5 del settore, presenza di derivati con finalità spiccatamente speculativa. Sono alcune delle carenze che il ministro del Welfare, Elsa Fornero, segnala nella risposta a un'interrogazione di Francesco Aracri (Pdl)  sul Craipi, il fondo pensione dei dipendenti Rai, di cui mette in evidenza le «significative anomalie» nella gestione. L'istruttoria della Covip, ha rilevato il Ministro, ha evidenziato inoltre «un'elevata frammentazione del patrimonio tra differenti modalità gestionali (gestione diretta in strumenti finanziari e in polizze assicurative, gestione indiretta tramite gestioni patrimoniali) con conseguente difficoltà di ricostruzione del profilo di rischi del fondo, e una rilevante movimentazione del patrimonio tra strumenti finanziari e polizze assicurative con conseguente imputazione al fondo di rilevanti costi amministrativi».

 Sulla base delle informazioni fornite dalla Covip, Fornero ha sottolineato che «l'interlocuzione con il nuovo cda non ha consentito finora di acquisire chiari elementi di giudizio circa le ragioni alla base delle scelte gestionali compiute dal fondo che presentano significative anomalie». La Covip, in virtù dell'accordo con la Guardia di finanza, «ha ritenuto utile chiedere un intervento del Nucleo speciale di polizia tributaria al fine di acquisire dati, notizie, informazioni e documenti utili a valutare la rispondenza delle scelte assunte in materia di investimenti nel periodo 2008-2009 ai criteri di sana e prudente gestione, nonché ogni altro elemento conoscitivo che consenta di ricostruire i processi decisionali connessi a dette scelte». (come raccontato sul Sole 24 Ore e da questo blog nel novembre 2011). Quanto ai rischi di stabilità economico-finanziaria, prosegue Fornero, la Covip ha rilevato che il Craipi, essendo «un fondo a contribuzione definita dove ad ogni iscritto corrisponde un proprio conto individuale e la prestazione finale dipende dal rendimento della gestione delle risorse che ivi affluiscono», «non può prospettare rischi di insufficienza di risorse per il pagamento delle prestazioni». Va peraltro considerato, prosegue il Ministro, «che il fondo provvede direttamente all'erogazione delle rendite e ciò comporta l'esigenza di monitorare l'equilibrio complessivo del fondo, con periodiche verifiche attuariali».

Da Radiocor