La flessione è dello 0,7%, appena rilevante in termini quantitativi, ma importante per il segnale che il settore dei fondi pensione di categoria lancia: le fuoriuscite non si riducono, aumentano anche per effetto della crisi economica e non si registrano significative nuove adesioni. Le elaborazioni di Assofondipensione (l’associazione dei fondi pensione negoziali) sui dati Covip relative al primo semestre 2010 registrano una riduzione di circa 15mila unità per i negoziali (su 2.040.150 iscritti); mentre i fondi aperti salgono di 7mila unità a 827mila e i Pip crescono da 893mila a 1 milione e 18mila unità.
La causa della flessione delle strutture di categoria? La mancanza di ricambio generazionale: tra i nuovi iscritti i giovani under 40 sono pochi, rispetto a quanti decidevano di sottoscrivere una pensione di scorta solo due anni fa. Lo testimoniano i dati di Assogestioni sui fondi aperti, più diffusi tra i giovani: a giugno 2009 gli aderenti under40 erano il 40,5% del totale, mentre un anno dopo erano il 38%. E così le generazioni under40 si preparano a fronteggiare un rilevante rischio impoverimento, visto che sommeranno la frammentarietà dei percorsi lavorativi e contributivi a tassi di sostituzione (tra ultimo stipendio e primo assegno di primo pilastro) anche inferiori al 50% e con una copertura di secondo pilastro che riguarda solo una minoranza.
La recente crisi pesa sulle fuoriuscite da Cometa (metalmeccanici), ma non sono l’unica causa: «Nell’ultimo anno la metà dei riscatti – dice Maurizio Agazzi, direttore del fondo negoziale – è dovuto a pensionamento, il 30% a messa in mobilità e nel restante 20% troviamo dimissioni volontarie o la perdita del posto di lavoro senza ricorso a procedure collettive. Ma la crisi si sente soprattutto sul ricorso alle anticipazioni "immotivate" (sul 30% del montante): dal 2007 a oggi sono state 40mila su 53mila in totale». «Andiamo verso il secondo anno consecutivo di saldo negativo – dice il presidente uscente di Fondapi Gianni Ferrante –: nel 2010 per ogni nuovo iscritto ne escono 2,5». «Noi continuiamo a crescere – dice Gianfranco Bianchi, presidente di Fon.Te (commercio, turismo e servizi) –; anche il ricorso al prestito del quinto dello stipendio è aumentato rispetto all’anno scorso, anche se non è proprio esploso».
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