Prove tecniche di unità tra i fondi pensione del settore volo

«Entro la fine del 2010 capiremo una volta per tutte se sarà possibile aggregare i fondi pensione del settore aereo. Nel 2011 potremmo già essere pronti a procedere». Le dichiarazioni di Giancarlo Gugliotta, presidente di Prevaer, sembrano segnare un punto di svolta nel processo per la creazione di un unico, grande fondo di categoria destinato ad amministrare la previdenza integrativa di piloti, assistenti di volo e personale aeroportuale di terra. «Abbiamo appena inviato una lettera alle fonti istitutive – aggiunge Gugliotta – per verificare se siano disposte a concederci un mandato per avviare le trattative. Agli inizi di febbraio dovremmo avere una risposta da Assoaeroporti, Cgil, Cisl e Uil».

Di una possibile fusione tra Prevaer (personale di terra), Previvolo (piloti), Fondav (assistenti di volo) e i due fondi preesistenti Sea (aeroporti di Milano) e Sat (aeroporto di Pisa) si parla già da tempo come di una necessità imprescindibile per affrontare al meglio la crisi del settore aereo. Uno studio dell’economista Attilio Mucelli, infatti, dimostra come l’istituzione di un fondo unico potrebbe migliorare il servizio agli aderenti, andando a sfruttare le economie di scala per contenere i costi e per migliorare il potere contrattuale nelle trattative con i gestori. Complessivamente, i cinque fondi contano a oggi su un bacino di riferimento tra i 50 e i 60mila lavoratori, di cui 22mila iscritti ai fondi circa, un dato che potrebbe crescere ancora in caso di unificazione dei rispettivi bacini di riferimento.

Quasi un anno fa, nel febbraio del 2009, i sindacati avevano inviato alla Covip una prima lettera in cui si dicevano disponibili ad aggregare i fondi di categoria del settore aereo, dimostrando il superamento di qualsiasi resistenza di matrice sindacale. Oggi, i fondi stessi concordano sulla necessità di avviare un processo di accorpamento che si prospetta lungo e non esente da ostacoli. Un possibile punto di attrito nelle trattative potrebbe emergere dal diverso ammontare delle quote annuali versate dalle parti sociali, che al momento variano di alcuni punti percentuale a seconda delle categorie.

«Le difficoltà di ordine tecnico – rileva Gugliotta – si sommano a quelle di tipo politico e ideologico: bisogna ricomporre le differenze tra i tre fondi di nuova costituzione e i due fondi preesistenti, sciogliere gli attuali consigli di amministrazione e creare un unico organo direttivo, superare gli interessi particolaristici delle singole categorie di lavoratori. Per quanto riguarda il primo punto, è auspicabile un intervento della Covip, che deve rappresentare un punto di riferimento per raggiungere la coesistenza. Per quanto riguarda gli aspetti politici, invece, il convegno per il decennale di Prevaer del 15 dicembre ha dimostrato che non manca la volontà di aprire un dialogo».

Di avviso simile anche Paolo Moreno, presidente di Previvolo: «Al momento in cui i vari fondi vennero costituiti prevalse la logica "categoriale". Le parti sociali dovrebbero, in primis, verificare se tale logica può essere superata e quali sono le condizioni, modalità e tempi per avviare il processo di integrazione in esame». Secondo Moreno, una volta conclusa positivamente questa prima fase, dovrebbe essere costituito un gruppo di lavoro misto per sviluppare le tappe di realizzazione operativa del progetto. Un’eventuale aggregazione – aggiunge Moreno – porterebbe a una maggiore efficacia della gestione finanziaria per l’ampliamento del patrimonio gestito, un maggior potere negoziale nei confronti dei fornitori dei servizi in outsourcing e una riduzione delle spese complessive di gestione». Anche Massimo Muccioli, presidente di Fondav, non ha dubbi: «L’accorpamento è una strada obbligata. Bisognerà lavorare per superare i problemi derivanti dai diversi statuti e fonti istituzionali, ma in questo la Covip potrà fornire monitoraggio, conforto e indirizzo. Potrebbe esserci una componente di resistenza psicologico-politica per la difesa di interessi particolari, ma credo che tutte le categorie converranno circa la necessità di trovare un compromesso».

di Andrea Curiat