Mezzo vuoto o mezzo pieno? Il bicchiere che raccoglie il succo 2008 dei fondi pensione complementari non è certo soddisfacente, ma nemmeno si può dire che deluda del tutto chi ha creduto nelle gestioni previdenziali. Almeno considerando il fatto che il mondo si è appena lasciato alla spalle la fase più acuta della crisi finanziaria più dura dal ’29; e fronteggia ancora le ripercussioni economiche di uno tsunami che terrà impegnate Borse, investitori e mercati sicuramente per tutto il 2009 e oltre ancora. Il bilancio stilato da «Plus24» vede l’anno appena concluso segnare per i fondi pensione negoziali un rendimento medio ponderato negativo del 5,9%; considerando, cioè, il peso di ciascuna linea sul totale; un ribasso che si riduce al 4,6%, se consideriamo la media aritmetica di tutte le linee.
Segno, questo, che i fondi di categoria dal patrimonio più ingente hanno fatto peggio degli altri, come vedremo, contribuendo ad appesantire il bilancio generale. I dati sono stati forniti da Assofondipensione, l’associazione che raggruppa 29 fondi di categoria (all’appello manca solo Astri, il fondo pensione dei lavoratori del settore strade, autostrade, trasporti e infrastrutture).
I fondi pensione aperti confermano una maggiore vocazione al rischio rispetto a quelli negoziali: il saldo 2008 segna un calo del 8,61%, con i ribassi maggiori per le linee azionarie (-27,28%), e solo quelle monetarie e obbligazionarie in territorio positivo.
Rimbalzo di Stato
Al di là del dato di chiusura d’anno, è opportuno analizzare la dinamica di questo risultato: i monitoraggi messi in campo in passato su queste pagine, così come dalla Covip, avevano fatto registrare perdite decisamente più consistenti a fine ottobre. Al termine di uno dei mesi più neri per la storia dei mercati finanziari, la media globale dei fondi pensione italiani segnava un calo dell’8,2%: ridotto al -6,7% per quelli di categoria e che saliva al -12,6% per gli aperti e al -21,4% per i Pip. A partire da novembre questo rosso è andato riducendosi, consentendo alle forme previdenziali di recuperare su tutti i fronti. Un rimbalzo che ha sfruttato il seppur parziale rimbalzo dei mercati: con i negoziali che hanno beneficiato dell’alta esposizione ai titoli di Stato (circa il 75% del patrimonio complessivo), grazie al fenomeno del fly-to-quality.
La sfida con il benchmark
Il bilancio segna 41 linee su 105, ossia il 39%, con rendimenti superiori del benchmark. Apparentemente i fondi pensione hanno fatto molto meglio dei fondi comuni: «Plus24» di sabato scorso registrava che solo nel 16% dei casi l’indice di riferimento è stato battuto nel 2008. Ma solo in 13 casi questa overperformance riguarda risultati positivi e in 28 casi la bravura del gestore ha solo ridotto le perdite: segno di come i fondi pensione vengano gestiti in modo davvero poco attivo. E di quei 13 casi solo 4 riguardano linee non garantite (Prevedi sicurezza, Prevaer prudente, Solidarietà Veneto prudente, Telemaco Blue).
Effetto corporate bond
Da segnalare la concomitanza tra la performance della linea Moneta di Fonchim (chimici, vedi anche pagina 6), -7,66 e il calo di adesioni alla linea, pari al’11% in un anno. Segno, forse, che gli aderenti non apprezzano più di tanto la decisione del fondo di mantenere la propria strategia di investimento in corporate bond. Un comparto che per primo ha risentito dalle crisi subprime, sin dall’estate del 2007 e che potrebbe beneficiare dalle prospettive di rimbalzo – tutte da verificare – delle obbligazioni societarie nei prossimi mesi.
Garanzia, prima di tutto
«Primo, non prenderle». È il motto tornato di moda recentemente tra gli operatori. E anche gli aderenti ai fondi pensione sembrano esserne convinti, anche se molti esperti ricordano che in fasi di calo dei mercati, è premiante mantenere l’esposizione al mercato azionario, per beneficiare del recupero che si prospetta nei prossimi anni. E visto che il cosiddetto lifecycle, che adatta il portafoglio dell’aderente alla sua età (più azioni di giovani, tutto cash prima della pensione) è solo un progetto, molti cercano riparo nelle linee garantite: un trend evidente in fondi dalla storia più breve (FondoPoste) o che solo grazie alla riforma sono riusciti, a far breccia nella platea di riferimento in modo significativo come Fon.Te (commercio).