I fondi aperti strappano iscritti ai negoziali

I numeri non sono stratosferici, ma già registrano una tendenza inequivocabile sulla differente capacità persuasiva tra le reti di distribuzione di Sgr e compagnie assicurative e quelle sindacali. Nel corso del 2007 943 lavoratori hanno trasferito la propria posizione previdenziale da un fondo negoziale ad un aperto mentre l’opzione inversa ha riguardato 247 aderenti. È quanto emerge dall’ultimo Bollettino statistico di Mefop e relativo allo scorso anno, secondo cui poco più di 8 milioni di euro sono usciti dai fondi di categoria per essere allocati su aperti o Pip, che hanno perso 1,84 milioni a vantaggio dei negoziali.

Un trend chiaro – anche se nel dato sugli aperti sono comprese le adesioni collettive –, reso ancor più evidente dal fatto che i numeri assoluti premiano i fondi negoziali, scelti in prima battuta da circa 2 milioni di lavoratori, mentre ad aperti e Pip si sono iscritti meno di 1,3 milioni di persone.

Il dato di flusso dice che è maggiore il numero di chi è disposto a pagare commissioni più alte e magari a rinunciare al contributo datoriale, se spinto da una struttura di collocamento (e consulenza), rispetto a quello di chi preferisce risparmiare e seguire le indicazioni dei propri rappresentanti sindacali. Il Bollettino Mefop registra inoltre come solo l’1,4% di chi è iscritto ad un fondo pensione aperto ha aderito alle linee azionarie: le preferite sono quelle obbligazionarie miste, scelte dal 53,57% degli iscritti, seguite dalle bilanciate, 33% e dalle obbligazionarie pure, con il 12%.