Le risposte di Tuttorisparmio / 2

Ecco la seconda puntata delle risposte degli esperti intervenuti alla 13esima edizione di Tuttorisparmio, in particolare al dibattito sulla previdenziale complementare. Queste le risposte di Sergio Sorgi, vicepresidente di Progetica, ai quesiti del pubblico presente in sala.


La fiducia del sottoscrittore nell’investimento azionario dipende dal grado di trasparenza esercitato dal fondo: quali sono le garanzie rispetto al subprime?

Più che citare norme e articoli, vorremo concentrarci sui comportamenti: in Italia, infatti, il risparmio gestito, le assicurazioni vita e le forme pensionistiche sono storicamente forme fortemente tutelate e orientate alla prudenza. In termini sostanziali, quindi, non vi sono evidenze di comportamenti di frontiera nella gestione degli strumenti citati. I Fondi Pensione, poi, a giudizio di chi scrive hanno casomai un problema derivante dalla limitata quota di investimento azionario presente: è, ancor oggi, complesso sottoscrivere un fondo pensione completamente investito in un mercato azionario. I motivi, probabilmente, stanno nel fatto che la valutazione del fondo viene troppo spesso operata su brevi periodi. Così, tuttavia, l’apparente prudenza si traduce in effettiva perdita di opportunità per i sottoscrittori e quindi, di conseguenza, in una integrazione minore di quella sperata. Un fondo pensione serve alla pensione. Questa dovrebbe essere al centro della scelta e dei monitoraggi di piano.

Un lavoratore dipendente che ha aderito ad un fondo pensione con un contributo volontario fisso più quello del datore di lavoro, può fare versamenti spot al fondo stesso.

I Fondi Pensione prevedono la possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi rispetto alla periodicità scelta o ipotizzata. Lo strumento, in questo senso è altamente flessibile proprio perché si cerca di privilegiare coloro che, grazie alla sensibilità verso il tema, intendono accrescere la propria quota di versamenti. Naturalmente, la libertà di aggiungere contributi individuali al fondo pensione non vincola in alcun modo il datore di lavoro a dover operare scelte analoghe.

Non è sbagliato parlare di convenienza nello scegliere comparti azionari, vista la crescente mobilità nel mondo del lavoro?

La convenienza nella scelta di uno o l’altro comparto deriva dalla valutazione del rapporto tra tempo, rischio e rendimento. Con la previdenza complementare, infatti, vi è responsabilità diretta e relazione tra versamenti, mercati e prestazioni pensionistiche. Naturalmente, tuttavia, nulla è meglio "in sè e per tutti" e ciascun risparmiatore dovrebbe poter confrontare, con il proprio fondo pensione, le attese derivanti da ogni scelta in termini di pensione attesa (pensione, non "capitale") e di rischio, consistente nella forchetta di oscillazione attesa in base a modelli probabilistici. Per questo, è bene stimolare il proprio Operatore a utilizzare, fra l’altro, tutte le opportunità di trasparenza sul rischio offerte dai progetti esemplificativi che da giugno accompagneranno ogni proposta di integrazione previdenziale.