Tfr, la consulenza passa dai Patronati

Sarà che internet è straordinario, ma chiedere chiarimenti a un essere umano è un’altra cosa; sarà che i soggetti in questione hanno un’esperienza pluridecennale in materia previdenziale; sarà che non hanno interessi commerciali da veicolare e che sono ovunque sul territorio nazionale, mentre ciascun fondo pensione ha una sola sede. Sarà un po’ per tutte queste ragioni che i patronati sono stati scelti da Fonchim, il fondo dei chimici, come partner strategico per fornire una consulenza previdenziale ai propri iscritti (e potenziali tali).

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Anche grazie a una delibera Covip del 1999 che consente ai patronati l’accesso telematico alle posizioni previdenziali. Una mossa per rilanciare il radicamento della previdenza complementare nel bacino potenziale di riferimento, al termine dell’operazione smobilizzo del Tfr che ha visto la struttura assestarsi a 166mila iscritti, + 43,7% dalla fine del 2006, raggiungendo così un tasso di adesione pari all’82,4%, con un patrimonio che ormai supera l’1,8 miliardi di euro: numeri che fanno di Fonchim il fondo negoziale secondo solo a Cometa (470mila iscritti, 3,4 miliardi di patrimonio).

E così, dopo una lunga fase elaborativa del progetto, dalla sigla nel luglio scorso alla fase di formazione dei singoli interlocutori su tutto il territorio nazionale, entra nella fase operativa la partnership tra il primo nato tra i fondi negoziali italiani e le 64 sedi dei patronati di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Acli. Una consulenza gratuita per chi la chiede: i patronati, infatti, vengono remunerati, secondo quanto prevede una legge, dallo Stato, in base alla propria attività: l’articolo 13 della 152/2001 prevede che lo 0,226% del gettito contributivo previdenziale di Inps, Inpdap, Inail e Ipsema vada al Ce.Pa. cui aderiscono i patronati Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil e Ital-Uil: maggiore è il numero di pratiche consulenziali da loro evase e maggiori saranno i contributi l’anno successivo.

Ma in cosa consiste la consulenza previdenziale offerta da queste strutture? Per riceverla il lavoratore firma una delega all’operatore per consentirgli di entrare nella banca dati dell’istituto previdenziale e raccogliere i dati sulla sua posizione. Il primo passo è la stima della sua pensione pubblica, in base ai tassi di trasformazione definiti dalla Ragioneria Generale dello Stato. Parallelamente l’operatore del patronato potrà fornire all’iscritto a Fonchim le informazioni utili per chiedere prestazioni di diversa natura: dalle anticipazioni, alla fiscalità ai riscatti, alle rendite. «Non consigliamo a chi si rivolge a noi – dice Giuseppe Argentino, capoufficio studi del Patronato Acli – di scegliere un fondo negoziale o un fondo aperto, nè quanto accantonare e su quale linea: questo lo potremo fare, ormai tra pochi mesi, quando sui siti web di ogni fondo sarà presente il motore di calcolo messo a punto dalla Covip: che potremo utilizzare a dovere per fornire indicazioni ancora più utili ai lavoratori. Il nostro ruolo – aggiunge – è di contribuire a costruire una cultura previdenziale: finora la pensione è stata considerata come qualcosa di dovuto, è importante capire che da oggi bisogna costruirsela giorno per giorno». Parallelamente all’attività di consulenza – avviata anche in Trentino Alto-Adige, con Pensplan – c’è quella di divulgazione della materia previdenziale: «Nel corso del 2007 abbiamo realizzato centinaia di incontri pubblici per spiegare le caratteristiche del risparmio previdenziale, le peculiarità di autonomi o dipendenti, di chi ha lavorato in regime retributivo e chi invece ha un lavoro discontinuo. Ora il nostro obiettivo è andare a parlare ai giovani di previdenza complementare. E su questo vogliamo coinvolgere il Ministero dell’Istruzione».