La "bussola" per orientarsi nel mondo della previdenza complementare è ormai in dirittura d’arrivo: finalmente esaurita la fase di concertazione, la direttiva di adozione del Progetto Esemplificativo sarà emanata dalla Covip tra la fine del mese e l’inizio di febbraio. Chi ha già aderito ad una qualsiasi forma di previdenza complementare – fondi negoziali, fondi aperti, piani individuali pensionistici – dovrebbe vedersi consegnare i primi prospetti alla fine di giugno; per i nuovi arrivati, invece, il progetto sarà accluso alla nota di adesione.
L’obiettivo è accrescere la consapevolezza dei lavoratori sulle conseguenze previdenziali delle decisioni finanziarie, aiutando così un corretto sviluppo del secondo pilastro pensionistico.
La versione definitiva corrisponde in gran parte alla prima bozza, salvo alcune rilevanti modifiche frutto di lunghe trattative tra le parti interessate. Le strutture previdenziali, in particolare, speravano in una bussola in grado di fornire stime esplicite sulla rendita attesa del capitale in gestione; i sindacati, d’altro canto, hanno sin dall’inizio invitato alla cautela, temendo che i lavoratori scambiassero semplici previsioni per promesse.
Il risultato finale dovrebbe essere a metà strada tra una previsione "aggressiva" e una più "prudente". Stando a quanto rende noto la stessa Covip, potrebbe essere rivisto al rialzo il tasso atteso di rendimento della gestione, con particolare riferimento al comparto obbligazionario: se per quest’ultimo si parlava dell’1,5% al netto dell’inflazione, nella versione finale esso potrebbe raggiungere il 2% reale. Al contrario, il tasso di rivalutazione dei salari potrebbe scendere dal 2,5% a un valore compreso tra il 2 e l’1,5%, così da tenere conto della differenza tra il settore pubblico e quello privato. La Covip ha poi deciso di introdurre una maggiore flessibilità in termini di aggiornamento della bussola: la frequenza non sarà più necessariamente annuale, ma le singole forme previdenziali potranno scegliere se provvedere alla revisione del progetto con cadenza biennale piuttosto che triennale o, al più, quinquennale. In mancanza di dati, poi, alcune parti del prospetto potrebbero essere lasciate in bianco in modo che l’aderente stesso possa compilarle.
Per finire, la Covip si è rivolta al Ministero del Lavoro, perché a sua volta esortasse Inps e Inpdap a fare un ulteriore passo avanti. I due istituti dovrebbero migliorare i propri centri informatici in modo tale da offrire un servizio importante e già attivo da lungo tempo in altri Paesi europei, prima fra tutti la Gran Bretagna: la possibilità, per i lavoratori, di sapere a quanto ammonterà la propria pensione di base, espresso in termini reali. I primi segnali sarebbero incoraggianti: tale prestazione è già offerta da molte strutture private, e tanto l’Inps quanto l’Inpdap riterrebbero possibile metterla a disposizione anche a livello pubblico.
di Andrea Curiat