Fondi pensione e volatilità: gli anticorpi allo stress da Borsa

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Due giorni di ordinaria follia sulle Borse internazionali. E non credo sia davvero. A Milano in particolare. Mps martedì valeva 0,65 euro, giovedì 0,73; in mezzo lo sprofondo sotto il mezzo euro. Le cronache delle sedute borsistiche di mercoledì e giovedì non possono che essere percepite dai risparmiatori italiani se non come una conferma della scarsa affidabilità dei mercati finanziari. È un peccato, perché ciò oscura le opportunità che l’investimento azionario può offrire, pur in assenza di grandi competenze finanziarie. Chi può anzi deve prescindere dalle cronache quotidiane come quelle degli ultimi giorni? Per curare il proprio denaro, chi deve star dietro al nodo della bad bank all’interpretazione dei Npl, al calo del petrolio, al rallentamento cinese? Il risparmio gestito è fatto apposta per presciderne; se veicolato dalla consulenza finanziaria ancor meglio i flussi in entrata e in uscita seguono poco le oscillazioni di Borsa. Ma impermeabili non ne sono del tutto. Anche perchè chi sottoscrive fondi comuni, polizze unit linked o fondi pensione non è abituato ad affidare a questi soggetti il compito di intervenire sulle società in cui questi investono. Come? Volkswagen di recente è stata presa di mira da un fondo pensione britannico dopo lo scandalo emissioni, che ha mandato in fumo una porzione dell’investimento dei pensionati inglesi. Il fondo Gb (di cui non si conosce al momento l’identità, in attesa della risposta della casa tedesca) si aggiunge ad altri 500 soggetti che hanno avviato azioni legali contro Volkswagen. Analogamente il fondo pensione dei dipendenti Intesa Sanpaolo ha posto una serie di precisi quesiti ad Apple in relazione all’utilizzo di mano d’opera minorile nelle fabbriche in cui vengono assemblati i loro prodotti in Cina. Relegare queste prassi a “finanza etica” significa derubricarli e degradarli. Sottoscrivere un’azione significa assumersi non solo dividendi ma anche responsabilità: da far pesare nei paesi lontani così come nella provincia italiana. Il caso delle piccole banche locali è eloquente. Chi grida al risparmio tradito oggi, ieri chiudeva gli occhi sulla gestione degli istituti. Solo con la consapevolezza del ruolo di risparmiatore, si può guardare con distacco alle giornate di ordinaria follia.