La busta arancione che certificherà lo stato del conto corrente previdenziale, le proiezioni sui tempi di maturazione dei requisiti per il pensionamento e il valore economico dell’assegno, arriverà entro il prossimo anno solo a un gruppo di lavoratori. Un’area-test di dipendenti e autonomi che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 e che, quindi, rientrano nel puro sistema contributivo. Saranno loro i primi a cimentarsi in questa operazione trasparenza sulla pensione futura. Con un codice di accesso potranno accedere via web all’Anagrafe generale dei lavoratori attivi allestita presso l’Inps e verificare l’ammontare del cumulo dei contributi versati e la loro continuità in caso di passaggio da un ente a un altro, il valore della pensione futura e, anche, la quota di risparmio che dovranno necessariamente investire in un fondo integrativo per poter contare su un tasso di sostituzione (vale a dire il rapporto tra pensione e media degli stipendi percepiti) davvero accettabile.
Il punto sui lavori del grande cantiere che ormai da qualche anno è impegnato nell’iniziativa busta arancione (dal colore utilizzato da un analogo strumento in Svezia) si può fare con Alberto Brambilla, presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale e primo regista di un’operazione immaginata alla fine degli anni Novanta e poi inserita tra gli obiettivi della riforma del 2004 (legge 243). «Il lavoro è stato faraonico – esordisce Brambilla – perchè s’è trattato di attivare un estratto conto unificato integrando le posizioni contributive di oltre 23 milioni e mezzo di lavoratori iscritti a 26 enti previdenziali pubblici e privati che non dialogavano tra loro».
Entro il prossimo marzo partirà la verifica sul funzionamento della base dati centrale gestita dall’Inps e che dovrebbe consentire di monitorare mese dopo mese il numero di iscritti e la contabilizzazione dei loro versamenti. Dopodiché, se tutto funzionerà, potrà partire il primo test con l’invio delle buste: «Non possiamo dire ora quanti saranno i lavoratori che riceveranno la busta arancione né dare indicazioni certe sui tempi – dice ancora Brambilla – mentre possiamo già dire che il set di informazioni cui potranno accedere questi lavoratori è ampia e con grafiche interattive potranno anche verificare quanto destinare alla previdenza integrativa per avere tassi di sostituzione diversi: al 60, o al 70-75%».
Per avere anche in Italia una copertura informativa completa di tutti i lavoratori attivi, servizio che in altri paesi europei esiste da anni, ci vorrà ancora un po’ di tempo: «Gli enti previdenziali hanno garantito un grande impegno per la realizzazione dell’estratto conto unificato – racconta ancora Brambilla – e va detto che tutto è stato fatto utilizzando budget già stanziati per la gestione dei sistemi informatici centrali». Quella che da gennaio sarà invece attiva è l’Anagrafe generale delle pensioni e dei pensionati: il sistema di certificazione integrato di tutte le prestazioni erogate mese dopo mese da tutti gli enti. «Sarà lo strumento fondamentale con cui il Nucleo di valutazione e il ministero potranno monitorare i flussi, la distribuzione delle prestazioni e la situazione di quasi 17 milioni di beneficiari – conclude Brambilla -. Un sistema unico di vigilanza sulla spesa più importante del nostro Welfare».
di Davide Colombo