L'intervento pubblicato oggi 23 ottobre 2013 da Mauro Marè sul sistema previdenziale è sottoscrivibile in pieno da chi come il sottoscritto che redige da anni questo blog e scrive di previdenza da oltre un decennio: il ruolo di docente in Scienze della Finanze, al di là del suo ruolo come presidente di Mefop, fa delle argomentazioni di Marè un'occasione di riflessione unica. Di più: un punto di partenza per riuscire a strutturare un futuro dignitoso, di cui c'è un bisogno disperato, visti i rischi che corre il sistema economico di un paese che sta scivolando giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, nelle classifiche internazionali per prodotto interno lordo, capacità innovativa, occupabilità degli studenti.
Se la situazione attuale – che vede il paese camminare su un filo sospeso in aria – è il prodotto degli anni di prima repubblica caratterizzata da voto di scambio e rigonfiamento di un debito pubblico monstre, è oggi che possiamo decidere se riallilineare il Paese a quelli che oggi definiamo più industrializzati e all'avanguardia per economia, cultura, stato sociale. E in questo l'intervento di Marè è un viatico molto preciso di come dare struttura al futuro dell'Italia; e sui dettagli lascio al lettore il piacere di leggere l'articolo sulla carta (e presto sul web). L'alternativa è rappresentata nell'insistere nella cultura del declino che vedrà l'Italia arroccata in difesa di tante piccole guarantigie particolari, senza alcuna visione di insieme. Evitabile.
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