Alzi la mano chi non ha almeno una volta rinviato la decisione su cosa fare della propria pensione. Solo dieci anni fa il silenzio/assenso sul trattamento di fine rapporto, vide alla finestra circa il 40% di lavoratori, che preferirono «mantenere il Tfr in azienda»; intanto vediamo come va, hanno detto, poi se ne parla. Siete tra questi? (per una conferma dell’efficienza del vostro attendismo vi rimandiamo ai nostri molti articoli che abbiamo fatto e che faremo a bilancio di questa ricorrenza; per inciso i fondi hanno reso circa il 50% contro il 27% del Tfr). Sappiate che in questo caso siete in buona compagnia: da un recente sondaggio di Gfk Eurisko per M&G Investment emerge che il 48% degli italiani pensa di aver cominciato a risparmiare troppo tardi.
Peccato. E ora? Ora rischia di essere tardi, visto che per costruirsi una pensione servono decenni e non sono consentite facili scorciatoie. Il 57% ora è preoccupato per quando smetterà di lavorare. Un timore che fa fatica a tradursi in contromisure: com’è noto, aderisce ai fondi pensione solo una minoranza di lavoratori, che spesso versa poco e altrettanto spesso chiede anticipazioni. Ma si inizia almeno a percepire il tema come un problema da iniziare a prendere in considerazione, se è vero quanto emerge dai dati di un comparatore di strumenti previdenziali come il portale Facile.it, secondo il quale a settembre le navigazioni riguardanti fondi pensione e Pip sono triplicate rispetto allo scorso anno. Interessante capire chi è in cerca di soluzioni per il proprio futuro: per oltre la metà sono dipendenti privati, mentre gli autonomi sono circa un quarto, nel 10% dei casi i genitori fanno i calcoli per le esigenze future dei propri figli. I click di chi è nella fascia 25-34 anni sorpassano (21%) quelli di chi ha tra i 35 e i 44 anni (18%). È un buon inizio? Di inizi e di buone intenzioni si sa di cosa sono lastricate le porte.
Ma quanto costa procrastinare una decisione del genere? Dieci anni possono pesare oltre il 6% del complessivo tasso di sostituzione (rapporto tra primo reddito pensionistico e ultimo stipendio), mentre se il rinvio è di 20 anni si può stimare una pensione più magra dell’11% circa. Su 1.500 euro al mese, per capirci, se ne incasserebbero solo 1.335.