Il meno che si possa dire è che le dichiarazioni di Tito Boeri a Maria Latella nell’intervista a SkyTg24 abbiano fatto scalpore. Ma rispetto alla denuncia – non da poco del presidente dell’ Inps – è curioso constatare come questa sia passata in secondo piano, mentre a suscitare scalpore sia stato un breve inciso. Ecco la sintesi dell’intervista
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-01-10/boeri-inps-sgambettati-trasparenza-pensioni-contro-disoccupazione-giovani-flessibilita-uscita–141557.shtml?uuid=ACFw4L7B
Insomma, Boeri dice ai parlamentari: mi avete tagliato il budget come ritorsione perché ho avuto l’ardire di informare i cittadini del loro destino previdenziale (come previsto d’altronde da una legge del 1995) e per aver avanzato proposte per migliorare il sistema previdenziale come tecnico della materia, bypassando così l’intermediazione politica. Cche, nota di chi scrive qui, ha sempre usato il tema pensioni come strumento di marketing politico. Un missile non da poco. Il bailamme su cosa si è scatenato? Ecco la frase incriminata:
La vera emergenza sociale in Italia è «quella dei poveri e delle persone che perdono lavoro e che hanno più di 55 anni. Questa è la vera emergenza sociale in Italia. L’emergenza in Italia sono i poveri perché la povertà è aumentata molto», ha detto Boeri, precisando che con le salvaguardie ci sono persone che prendono una pensione da 6-10 mila euro al mese: «Questo ci dice che quel meccanismo non funziona bene, se dobbiamo in nome dell’emergenza sociale dare delle pensioni di quell’importo vuol dire che non è emergenza sociale»
Apriti cielo: sui social, sui siti web, alle redazione dei giornali sono piovute centinaia di mail, lettere, denunce di esodati che rivendicano il diritto di essere considerati la priorità nazionale; certo, sono pochi i casi dell’esempio di Boeri, i percettori cioè di pensioni da 6-10 mila euro al mese. Ma guai a chi tocca chi è stato tradito dal pasticcio provocato dal SalvaItalia della coppia Monti-Fornero; un pasticcio che ha molti responsabili e che rappresenta la madre di tutti gli inganni, privando chi aveva rinunciato al lavoro dell’agognata pensione. Una rabbia legittima, dunque, incanalata contro l’obiettivo sbagliato: perchè – è il caso di dirlo – non è certo Boeri o l’Inps che decidono le regole, ma la politica. Nel mirino non finisce così la luna ma chi ne indica le nuvole che l’attraversano.
Tutti gli esodati scrivono a Boeri (oltre che al Sole 24 Ore), invitandolo a constatare con quanto vivono: evidenziando il forte limite di non saper distinguere il caso generale da quello particolare (in particolare, il proprio). Probabilmente nessuno, povero o giovane lavoratore in procinto di diventarlo, avrà scritto al presidente dell’Inps per ringraziarlo per aver pensato a loro.