I fondi pensione aperti dovranno fare spazio nei loro organismi di sorveglianza alle rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro in caso di adesioni collettive con oltre 500 addetti; ma i tempi per l'entrata in vigore di questa forma di democrazia previdenziale nel settore degli “aperti” non sono brevi. La Covip, commissione di vigilanza sui fondi pensione, ha diffuso le nuove disposizioni in materia di corporate governance sui fondi pensione aperti: queste forme previdenziali, nate per raccogliere le adesioni individuali, in ragione del Dlgs 252/2005, possono far iscrivere gruppi di lavoratori attivi in una medesima azienda o gruppo; comportandosi così alla stessa stregua dei fondi negoziali o di categoria, nati invece come accordo tra le parti in sede contrattuale. La deliberazione della Covip, emanata il 28 ottobre ma diffusa ieri, deve essere ora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e rappresenta la sintesi della consultazione pubblica in materia, annunciata lo scorso giugno dal presidente della Covip, Antonio Finocchiaro, alla relazione annuale 2008 avviata a luglio. Le indicazioni dell'Authority puntano a innalzare il tasso di democrazia dentro i fondi pensione: per ogni adesione collettiva superiore a 500 unità nel consiglio di sorveglianza dovrà sedere un rappresentante del datore e uno dei lavoratori. I soggetti dovranno essere indicati dalle parti tra soggetti con idonei requisiti di onorabilità e professionalità. Tra i compiti dell'organismo di sorveglianza dei fondi pensione aperti, c'è la verifica dei criteri di compliance della funzionalità del fondo pensione: dell'adeguatezza della comunicazione agli iscritti, delle procedure di controllo dei rischi di investimento e la loro correlazione con le esigenze dei clienti.
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