L’Argentina nazionalizza i fondi pensione

Dal nostro corrispondente da Buenos Aires, Roberto Da Rin

I timori dei mercati e le rassicurazioni del Governo. Oscilla tra questi due poli l’umore degli argentini dopo l’annuncio del progetto di nazionalizzazione dei fondi pensione che verrà presentato al Congresso la prossima settimana. Sullo sfondo lo spettro di un altro default. «Irrealistico» secondo gli analisti governativi, «possibile» secondo quelli dell’opposizione.

Il presidente, Cristina Fernandez de Kirchner, abito grigio, filo di perle, lo charme di sempre, è intervenuta in tv facendo leva sulle paure non ataviche, ma recenti degli argentini. «Quando ci sono perdite, compare lo Stato. Il Governo è corso in aiuto dei pensionati».

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Sull’altro fronte l’allarme della comunità finanziaria. I mercati e il mondo imprenditoriale hanno reagito con sconcerto perché con questa operazione lo Stato acquisisce importanti pacchetti di imprese locali e straniere in Argentina. A picco la Borsa di Buenos Aires: l’indice Merval ha chiuso con un -10,1%. Tra i titoli più penalizzati Telecom Argentina, in calo del 25%. Il rischio Paese, determinato dal differenziale tra i titoli di stato americani e quelli argentini, è salito del 20 per cento.

L’effetto-Argentina si è fatto sentire sulle quotazioni di alcuni titoli di primo piano alla borsa di Madrid (-8,16% l’indice Ibex-35), particolarmente esposti su questo mercato. Repsol, il maggiore produttore petrolifero spagnolo, ha perso il 14%, il maggiore ribasso degli ultimi undici anni. Repsol tra l’altro possiede YPF, la maggiore compagnia petrolifera argentina. A sua volta Telefonica ha ceduto il 9,1% e il Banco Santander il 9,9 per cento. Repsol, Telefonica, Bbva e Santander sono società molto attive in Argentina.

Gli effetti della scelta della Kirchner sono arrivati anche a Piazza Affari. Il titolo Tenaris è stato sospeso e ha registrato un ribasso del 14,7 per cento. La multinazionale controllata dalla famiglia Rocca opera in Argentina dove è quotata sul listino di Buenos Aires.

La nazionalizzazione dei fondi pensione ha scatenato anche un terremoto politico. Il Governo la considera «necessaria», visto che il 77% delle pensioni erogate dai fondi privati non arrivava alla soglia minima di 700 pesos mensili (162 euro). Costringendo così l’Esecutivo a intervenire. Intanto secondo indiscrezioni è scesa in campo anche la magistratura: le sedi delle imprese che amministrano i fondi pensione sono state perquisite ieri sera, nel quadro di un’inchiesta su manovre fraudolente effettuate prima dell’annuncio della nazionalizzazione.

Il sistema dei fondi pensione privati (Afjp), lanciato dall’ex presidente Carlos Menem e dal ministro dell’Economia, Domingo Cavallo, è in vigore da 14 anni e ha 9,5 milioni di affiliati. Il valore complessivo dei fondi amministrati da Afjp è di 30 miliardi di dollari. Argentina, Cile e Singapore sono gli unici Paesi al mondo che hanno adottato un sistema esclusivamente privato di fondi pensioni. Altri, come Colombia e Perù, dopo alcuni annunci hanno ritirato i loro programmi.

roberto.darin@ilsole24ore.com