Fondo Cometa, l’Ugl in crescita tra i metalmeccanici

L’Ugl conquista un metalmeccanico su 4 alle recenti elezioni per il rinnovo dei rappresentanti all’Assemblea di Cometa, il fondo pensione di categoria: un dato in crescita, rispetto al 16% di tre anni fa quando il sindacato storico della destra scese di due punti percentuali rispetto alle consultazioni di tre anni prima.

All’affermazione dell’Unione Generale del Lavoro fa da contro altare il calo dei consensi per Cgil-Cisl-Uil, la cui lista unitaria è scesa al 75% circa dei consensi con la prima che sarà rappresentata da 14 delegati, la seconda da 11, come l’Ugl, la Uil da 7 e la Fismic ad 1. E a testimonianza che lo scricchiolìo ha un peso ben superiore ai voti in più incassati dall’Ugl, sono le modalità stesse del risultato: il numero di iscritti a Cometa in questo triennio è cresciuto a 478mila iscritti dai 320mila del giugno 2005, ma il numero di chi vota è molto basso: 91.373 in questa tornata, contro gli 86.165 del 2005 e i 98.493 del 2002. E in questo contesto i voti a favore dell’Ugl crescono: dai 14mila di tre anni fa ai 22mila di oggi. Ma ciò che più delude – e preoccupa – Cgil, Cisl e Uil è la scarsa mobilitazione dei delegati sul territorio: le segreterie dei tre confederali avevano raggiunto un accordo con Federmeccanica per allestire urne in circa 300 aziende, quelle con un numero superiore a 200 addetti.

Ma solo in undici aziende si è riusciti ad allestire i seggi. Indicazioni che stanno inducendo ad una riflessione i vertici delle tre confederazioni, ma anche molti addetti ai lavori del settore previdenziale, in relazione alla capacità dei sindacalisti di farsi promotori delle iscrizioni ai fondi pensione. “Mi preoccupa questa sottovalutazione – dice Morena Piccinini, segretaria confederale Cgil -: ci si impegna tanto e positivamente per le Rsu e non altrettanto proprio nei fondi pensione, dove invece la nostra rappresentanza marca la differenza in termini di democrazia economica rispetto ai fondi comuni e al risparmio finanziario. E’ un errore che non va fatto”.

“Il risultato delle urne è da rispettare – dice il segretario confederale della Uil Domenico Proietti – e c’è da avviare una riflessione sull’opportunità di presentare un listone comune: un confronto tra Davide e Golia può far scattare la tentazione di parteggiare per Davide”. “Non so dirle di preciso a chi togliamo voti – dice Giovanni Centrella, segretario generale dei metalmeccanici Ugl –. I colleghi ci votano perché vedono i delegati degli altri sindacati lontani dal mondo del lavoro: i nostri lavorano, non hanno distacchi. Io stesso ho permessi non retribuiti e quando posso rientro in fabbrica”.

Come cambieranno ora gli equilibri nella governance di Cometa dopo questa affermazione? Lo statuto del fondo prevede che alla lista che ottiene più del 50% dei consensi vadano tutti e sei i consiglieri d’amministrazione in rappresentanza dei lavoratori. Non è un mistero che il sindacato guidato di Renata Polverini vorrebbe entrare nel Cda del fondo. “L’affermazione dell’Ugl non fa scattare alcun automatismo – dice Anna Trovò, della segreteria nazionale Fim-Cisl -: si può però svolgere una valutazione politica per compiere scelte diverse”.