I tempi dei giovani e i tempi di Renzi

L’altro giorno ho scritto questo articolo elaborando una nota precedentemente pubblicata su Plus24:

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-03-01/il-risparmio-che-serve-ai-giovani-192121_PRV.shtml?uuid=AEfZaa9D

Sono stato particolarmente contento di aver trovato lo studio qui citato, perchè sono convinto che il tempo sia il miglior gestore, dal punto di vista finanziario. E trovare conferme statistiche rafforza quella che è un’intuizione empiricamente fondata, ma che necessita di numeri per essere condivisa con altri. Il tempo è anche il nostro miglior alleato nella realizzazione dei nostri progetti di vita. Sbagliare i tempi – procrastinando oppure agendo per fretta – è evidentemente un problema che produce ripercussioni negative, quando in gioco c’è il denaro. E negli altri campi? Capire quando lasciare, al termine di un percorso professionale, credo che sia fondamentale. Mollare troppo tardi, lasciare troppo presto, finire male è imperdonabile: si rovina anche ciò che di buono è stato fatto in passato se l’ultimo ricordo è una lite, una figuraccia, una mossa meschina.

scelta-di-tempo

Matteo Renzi dopo la debacle elettorale – più che dimezzato il consenso al suo partico dalle europee a domenica scorsa – ha annunciato dimissioni ad orologeria, scontentando anche i propri fedelissimi. Ma il tema travalica il segretario del Pd: basti pensare al Qe messo in campo dal presidente della Bce e che rischia di lasciare il posto all’ortodossia monetaria, se e quando sarà Jens Weidmann a prendere il posto di Mario Draghi. O alle oscillazioni delle Borse, osservate dai timidi investitori nella ricerca del giusto momento in cui comprare (per scoprire spesso che oramai è tardi). La scelta del timing pone quesiti precisi sulla nostra capacità di cogliere il momento in cui stiamo vivendo, senza farci distrarre da altri stimoli che ogni secondo attirano la nostra attenzione. Che rischiano di non farci capire quando il meglio passa. E se ne va.