I costi nascosti delle scelte previdenziali sbagliate (e perchè il Pip di Poste sorpassa Cometa)

Diciamolo subito: non è una gara. Non si vince nessun premio speciale ad avere un numero di aderenti superiore. Soprattutto per i fondi pensione di categoria, che hanno natura no profit. Diverso il discorso invece delle società che emettono i piani individuali pensionistici (Pip) che, non a caso, continuano a mostrare tassi di crescita delle adesioni di tutto rispetto (+11% solo nei primi sei mesi dell’anno in corso), nonostante la crisi finanziaria e un’affezione per la materia non certo sperticata. In ogni caso è degno di nota il sorpasso di PostaPrevidenza Valore, il Pip di Poste italiane, su Cometa, il fondo negoziale riservato ai metalmeccanici. Un’incollatura di differenza, a oggi, tra chi patisce i problemi occupazionali del settore, con limature al ribasso degli aderenti; e chi beneficia del credito di immagine delle Poste per collocare un prodotto semplice a una platea indifferenziata.

 

I maggiori fondi pensione

 

classifica per aderenti, dati al 30 giugno scorso

fondo pensione

tipologia

numero iscritti

contributo medio annuo (*)

isc 5 anni (in %)

isc 10 anni (in %)

Posta Previdenza Valore

Pip

451.776

915

1,65

1,00

Cometa

negoziale

433.272

2.200

0,51

 0,28

Alleanza Toro

Pip

231.700

1.850

2,77

1,55

Fon.Te

negoziale

194.815

338

0,56

0,27

Ina Assitalia

Pip

177.000

2.200

2,65

1,45

Mediolanum

Pip

156.000

1.800

1,51

0,98

Fonchim

negoziale

151.710

3.370

0,46

0,20

Generali

Pip

149.585

2.088

2,65

1,36

Arca

aperto

124.499

n.d.

1,15

0,85

Laborfonds

negoziale

113.756

1.626

0,41

0,30

Intesa previdenza

aperto

101.811

n.d.

0,90

0,84

Telemaco

negoziale

62.631

2.150

0,47

0,25

(*) Tfr + versamento individuale + versamento datoriale

 

 

(**) Isc: indicatore sintetico di costo

 

 

 

 

(***) in assenza di una linea garantita del Tax Benefit, si è preso in esame il Pip unit linked di Mediolanum, linea Challange Provident Fund 5 (total return)

 

 

 

 

 

 

fonte: Elaborazione Il Sole 24 Ore su dati dei fondi pensione

 

 

 

Oltre il dato statistico, i diversi soggetti previdenziali sono in grado di offrire all’iscritto una pensione di scorta adeguata alle necessità del singolo? In gioco c’è la modalità di scelta dell’aderente: quanto versare, per quanto tempo, in quale linea eventuale di investimento, come dedurre fiscalmente i contributi, fattori su cui una buona consulenza può fare la differenza. Ci sono poi fattori caratterizzanti i prodotti: i costi sono un tema fondamentale, spesso sottolineato dall’autorità di vigilanza, la Covip. Le commissioni incidono nella crescita del montante tanto che 100 punti base di differenza di costo tra due strumenti, produce rendite differenti tra di loro del 20%.

Di recente il tema è all’attenzione delle autorità di vigilanza europee, in vista dell’applicazione della direttiva europea Mifid 2 (vedi «Plus24» di sabato 6/10/2012). Sono stati confrontati fondi passivi con altri presunti attivi, costosi 150 basis point in più: dopo vent’anni i primi hanno prodotto rendimenti superiori del 13% rispetto ai secondi, in ragione di quelle commissioni. Oneri che vanno nelle tasche dei collocatori, in cambio del loro lavoro. Il gioco vale la candela? Come detto, una buona consulenza può essere risolutiva e ognuno può confrontare la propria esperienza con le proprie necessità. Una spia di come i collocatori lavorano è data da quanto fanno versare ai propri clienti: posto che gli stipendi possono essere anche molto diversi tra loro, è difficile pensare che esigui ammontari possano costruire rendite utili a supportare il progressivo calo delle pensioni pubbliche.

I siti web dei fondi pensione negoziali, aperti e Pip sono a disposizione della curiosità di ciascuno, per verificare in base a un profilo tipo l’effetto di questi oneri. Oneri che, lo ricordiamo, remunerano, il collocatore: che incassa al momento della sottoscrizione intorno al 70% dei costi sostenuti dall’iscritto nel primo anno. Conta, ma solo in parte, la tipologia del prodotto: un Pip agganciato a una gestione separata va incontro alle esigenze prudenziali della platea. Ma ciò può rivelarsi un autogol: nei primi nove mesi dell’anno i fondi negoziali e aperti che investono sui mercati hanno mostrato un’accelerazione con rialzi medi del 6,3% e 6,9%, contro il 2,5% del Tfr. E nel medio termine? secondo quanto riporta il fondo pensione Fon.Te (commercio) chi nel 2007 avesse optato per mantenere la liquidazione in azienda oggi avrebbe 8.786 euro; chi avesse scelto il fondo pensione avrebbe oggi 11.438 euro.

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